Attualità

Solidarietà a due ruote per il Senegal

L'Associazione Don Bosco 2000 raccoglie fondi per costruire un presidio sanitario

di valentina di rosa -

Più di 10 mila chilometri in moto e circa 4 mila in nave con 28 tappe complessive attraversando 7 Stati con lo scopo di raccogliere fondi per la costruzione di una struttura medico a Tambacounda, nella regione orientale del Senegal. Si tratta dell’impresa “Palermo-Dakar” intrapresa dall’Associazione Don Bosco 2000 che opera da quasi un decennio offrendo supporto educativo e sanitario alla popolazione del Senegal. 7 gli stati percorsi da Agostino Sella e Marco Canzonieri: Italia, Spagna, Marocco, Sahara Occidentale, Mauritania, Senegal e Gambia.

L’avventura, partita il 27 marzo dall’Ostello del Borgo di Piazza Armerina – cuore pulsante dell’Associazione – si è trasformata in un potente esempio di solidarietà senza confini. Durante il cammino, attraverso villaggi e anche deserti Marco e Agostino hanno coinvolto anche altri motociclisti che si sono uniti spontaneamente alla missione umanitaria. Sono già stati raccolti oltre 45.000 Euro. Insieme alle autorità locali è stata definita una roadmap operativa per avviare i lavori, che saranno realizzati secondo le normative sanitarie senegalesi. L’obiettivo è costruire una struttura stabile, duratura e al servizio della popolazione con cure gratuite a supporto dei villaggi vicini.

“Non siamo eroi, ma semplicemente volontari che ogni giorno sperano e credono in un futuro migliore. – ha dichiarato Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000. Questa esperienza è stata dura ma bellissima: ci ha arricchiti umanamente”. I due volontari sono stati accolti con grande gioia dalla popolazione locale.

Non si tratta tra l’altro per l’associazione Don Bosco del primo progetto solidale: Don Bosco 2000, è attiva in varie iniziative di sviluppo tra la Sicilia e l’Africa occidentale, promuovendo modelli di migrazione circolare che mettono al centro l’educazione, l’agricoltura sostenibile e il protagonismo

giovanile. Ed è sempre l’associazione a far sapere che il progetto non si considera concluso fino al momento in cui non avverrà la consegna della strutta pienamente operativa alla comunità locale del Tambacounda.