Attualità
Sono tornati i Santoni di San Pietro
Dopo 72 anni a Modica
Modica e i modicani, assieme ai turisti, hanno atteso 72 anni ma finalmente sabato scorso hanno potuto rivedere “i Santuna ri San Pietru” sfilare per il centro storico. Statue nuove, modellate dal maestro d’arte Giorgio Cicero e addobbate dalla sarta Rita Alasso. L’amministrazione comunale, in testa il sindaco Maria Monisteri, ha potuto contare sul lavoro dell’associazione Kalikantun di Walter Buscema e Pierpaolo Ruta. L’aver dato nuova linfa a una bella tradizione è piacevole in sé così come l’avere rivitalizzato il Corso Umberto in estate con qualcosa di originale. Ovviamente la matrice della processione resta ancorata saldamente al folklore religioso e ancor prima alla Chiesa Madre di San Pietro. Il ritorno del “Santoni di San Pietro” ha poi animato la discussione “modicana”. Intanto c’è lo storico dualismo tra San Giorgio e San Pietro. La sfilata delle statue assieme ad altre iniziative di un parroco dinamico come don Giuseppe Stella ha segnato un punto a favore di Pietro che da un po’ era rimasto indietro rispetto a Giorgio. Poi il complesso e delicato aspetto legato alle “espansioni” o ai “limiti” del folklore religioso rispetto all’evangelizzazione e alla testimonianza più profonda della Chiesa locale: il teologo Domenico Pisana ad esempio scrive riflessioni competenti e interessanti che arricchiranno il dibattito in futuro. E ancora la questione storica, le origini spagnole delle processioni con statue giganti dei santi: qui il professore Piergiorgio Barone ha offerto spunti molto stimolanti. C’è pure chi si chiede come mai nel 1953 i Santoni vennero archiviati. Fabio Lorefice ha raccolto qualche parziale testimonianza: pare che a un certo punto si fosse rinunciato a riparare le vecchie statue o, addirittura, che chi le portava si ubriacasse fino a diventare oggetto di scherno dei ragazzini e il Vescovo di allora chiuse la processione. Infine la scena di quando Gesù e i dodici apostoli si sono fermati davanti al Municipio. E con ficcante ironia qualcuno ha lasciato intendere che le statue mobili alte più di tre metri, possenti e con il volto severo, era come se aspettassero all’uscita del Comune il loro “Santo collega” (Domenico) che dà il nome al Palazzo. Come se volessero chiedere o riscuotere qualcosa … una sorta di divertente metafora “creditizia” … Tornando seri: Modica si è riappropriata di una sua piacevole tradizione, parte rilevante della storia della Città della Contea, l’appuntamento con questi magnifici giganti è all’anno prossimo!