Cronaca

Stupro del branco: la cultura del rispetto

I verbali degli interrogatori, l'indignazione è enorme

di Emiliano Di Rosa -

Lo stupro di gruppo della notte tra il 6 e il 7 luglio al Foro Italico di Palermo resta alla ribalta delle cronache regionali e nazionali. Ricostruzione della dinamica, primi verbali degli accusati, commenti di tutti. L’indignazione è enorme. Alla diciannovenne violentata nel corpo e nell’anima vanno tutela della privacy, solidarietà e benevolenza in attesa che la Giustizia, laddove deve essere esercitata cioè nel tribunale di Palermo, faccia il suo corso. Qui dentro non possiamo entrare: spetta alla pubblica accusa, agli avvocati della difesa e poi alla magistratura giudicante. Però un concetto lo possiamo, vogliamo e dobbiamo esprimere, pur con tutte le cautele del caso. Il ragazzo minorenne all’epoca dei fatti ha confessato mentre dai primi interrogatori la linea di difesa (che sommariamente è uguale per tutti gli accusati) è questa: “siamo dispiaciuti ma lei ci stava, è venuta nel cantiere abbandonato per divertirsi, erano rapporti sessuali consensuali”. Addirittura uno dei sette del “branco” pare abbia dichiarato che “è stata la vittima a condurre il gruppo al Foro Italico, consapevole di partecipare al rapporto sessuale di gruppo, timorosa solo che non la vedesse il fidanzato e per questo bisognava deviare dal percorso”. C’è contrasto con le immagini delle telecamere di videosorveglianza ma soprattutto c’è contrasto con la logica, il buon senso. La diciannovenne è stata indotta ad ubriacarsi il che già segna un solco enorme nella morale, nella dignità dei rapporti umani, nel rispetto vicendevole tra uomini e donne, ragazzi e ragazzi, persone e persone. Immaginare un piano simile per consumare sesso di gruppo da parte di qualunque individuo sobrio è già faticosissimo, farlo per una ragazza alticcia in quel contesto è irrazionale e non solo: è come spargere del sale grosso su una ferita già dolorosissima! E’ inaccettabile, offensivo, volgare, irriguardoso, irrispettoso, violento! Violenza su violenza. Poi starà al Tribunale della Repubblica, certo, ma null’altro potevamo scrivere oggi. Infine ricordiamoci che la violenza, la prevaricazione e la cattiveria sono sempre esistite nella società degli uomini e delle donne e purtroppo così sempre sarà. Rispetto al passato, forse, ciò che si è indebolito (gravemente e in maniera diffusa) nell’ultimissima generazione è il concetto del rispetto. La cultura del rispetto. Troppo concentrati su se stessi (e in questo i social hanno le loro colpe) ci si dimentica degli altri e dell’obbligo morale prima ancora che giuridico di rispettarli. Vale per tutti. Vale, forse e purtroppo, un bel po’ di più per giovani e giovanissimi. E anche sentendo e leggendo alcuni commenti insulsi a questa storia pensiamo che serva ritrovare, prima di ogni cosa, la cultura del rispetto. E per questo citiamo una breve conversazione immaginaria che molto gira in questi giorni sui social (perché Facebook può anche essere utile e non solo deleterio) …

“Papà stasera esco con una ragazza, cosa posso portarle?”

“Rispetto, figliuolo. Rispetto.”