Cronaca

Stupro di gruppo, il nome della vittima si poteva dire?

Una vicenda che ha posto una serie di interrogativi sulla diffusione dei nomi dei presunti stupratori e della vittima. Argomento che abbiamo voluto affrontare con il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Roberto Gueli

di Sergio Randazzo -

La storia dello stupro di gruppo di 7 ragazzi su una 19enne avvenuta lo scorso 7 luglio al Foro Italico di Palermo, ha fatto il giro del mondo per la spregiudicatezza e la facilità di usare violenza su una ragazza. La storia è stata divulgata in tutte le salse, ma una serie di interrogativi ce li siamo posti quando sono stati pubblicati i nomi dei ragazzi che avrebbero abusato della 19enne e soprattutto il nome della vittima. L’opinione pubblica che vive sui social, che spesso vive di emozioni di pancia, è sempre alla ricerca di nomi e volti per sostituirsi ai giornalisti e fare lo scoop, aizzando, spesso, i follower alla violenza verbale gratuita. Un argomento sul quale abbiamo voluto coinvolgere il Presidente dell’ordine dei Giornalisti di Sicilia, Roberto Gueli, che ricorda a tutti i professionisti quali sono le regole del giornalismo

Occorre fare una netta e chiara distinzione tra le notizie riportate dai social e siti non registrati in tribunale, e le notizie riportate dagli organi di informazione