Attualità

Stupro, Gip: “Indagati poco avvezzi a vivere civile”

Stupro alla Villa Bellini di Catania. Dalla convalida dei fermi dei maggiorenni, da parte del Gip del Tribunale di Catania, emerge il pericolo della reiterazione del reato degli indagati la cui personalità è “poco avvezza al vivere civile”. Intanto il Siulp denuncia carenze d’organico nel personale della Polizia

di Bruno Capanna -

Non si fermano le indagini dei carabinieri per fare piena luce sullo stupro di una 13enne avvenuto, lo scorso 30 gennaio, nei bagni pubblici della Villa Bellini di Catania da parte di un gruppo di 7 egiziani, 3 dei quali minorenni. Dalla convalida dei fermi dei 4 maggiorenni, da parte del Gip Carlo Umberto Cannella, emerge un “pericolo di reiterazione del reato” anche alla luce del fatto che, si legge nel provvedimento, “l’orrore ha avuto fine solo grazie al tentativo della ragazza di liberarsi” e che, “alla base della personalità degli indagati, poco avvezzi al vivere civile, appare probabile che, in assenza della disperata reazione, la terribile violenza sarebbe proseguita anche a opera di altri indagati”.

Per il giudice delle indagini preliminari è “indicativo della personalità degli indagati” che bloccano il fidanzato 17enne della vittima, “l’avere agito agevolando e consentendo ad altre persone di violentare una ragazzina di appena 13 anni senza un minimo rimorso, anzi in alcuni casi assistendo alla scena”. Il gip ritiene sussistere le esigenze cautelari “alla luce della personalità degli indagati, autori di un’azione che non può che suscitare orrore e che indica un livello estremo di una loro pericolosità sociale”.

Intanto il Siulp, (sindacato italiano unitario lavoratori polizia) nell’esprimere vicinanza alla ragazzina denuncia gravi carenze d’organico, che per la sola Polizia superano il 10%, nonostante gli sforzi profusi per controllare il territorio. La situazione, secondo il sindacato, non permette di incidere in modo efficace sulla sicurezza dell’intera comunità.