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Tragedia nel Mediterraneo: naufragio a 20 miglia dalla Libia, 20 dispersi

Secondo le ricostruzioni fornite dai 7 superstiti, il natante ha iniziato a imbarcare acqua intorno alle 2 di notte

di Sergio Randazzo -

Un altro drammatico episodio si aggiunge alla lunga lista di tragedie del Mediterraneo. Un barchino, partito dalle coste libiche di Zuwara con a bordo 27 migranti, si è inclinato e ha fatto cadere in mare 20 persone, tra cui 5 donne e 3 bambini. Tra i sopravvissuti, un bambino siriano di 8 anni, che ha perso la madre durante l’incidente.

Le dinamiche del naufragio

Secondo le ricostruzioni fornite dai 7 superstiti (2 siriani, 2 sudanesi e 2 egiziani), il natante, un’imbarcazione in vetroresina lunga 6 metri, ha iniziato a imbarcare acqua intorno alle 2 di notte, a causa del forte vento e delle correnti. Il panico ha preso il sopravvento e molte persone sono cadute in mare. La barca non si è capovolta, ma i soccorsi non sono riusciti a intervenire in tempo.

La storia del bambino sopravvissuto

Tra i momenti più toccanti, la videochiamata organizzata dalla Croce Rossa e dalla Polizia tra il piccolo siriano e il padre, che risiede in Germania. Madre e figlio avevano intrapreso il viaggio con la speranza di raggiungere il capofamiglia. Il parente che ha salvato il bambino lo ha descritto come traumatizzato ma fisicamente in buone condizioni.

Gli arrivi e i soccorsi a Lampedusa

Le acque intorno a Lampedusa hanno continuato a registrare intensi sbarchi. Nelle ultime ore sono arrivati:

  • 278 migranti, inclusi i sopravvissuti al naufragio.
  • 72 persone di origine bengalese, marocchina ed egiziana, sbarcate direttamente sull’Isola dei Conigli.
  • 46 migranti tra bengalesi, egiziani e pakistani, soccorsi a Linosa.
  • Ulteriori 36, 63, 39 e 61 migranti intercettati in mare dalle motovedette della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera.

La nave Aurora della Ong Sea Watch ha tratto in salvo 17 persone, su segnalazione di Alarm Phone, e li ha trasportati al porto di Pozzallo.

Gestione dell’emergenza

I 237 migranti ospitati nell’hotspot di contrada Imbriacola sono stati trasferiti a Porto Empedocle per alleggerire la struttura d’accoglienza, ormai sovraffollata. L’Italia, purtroppo, ha cessato le ricerche dei dispersi, impegnata su altri fronti di emergenza nel Mediterraneo.