Caltanissetta

Troppe armi da fuoco a Gela, l’appello della Procura

Le recenti sparatorie in città hanno puntato i riflettori sulla diffusione estrema di armi da fuoco in città e sull’assenza di un impianto di videosorveglianza pubblico all’altezza delle esigenze del territorio

di finmedia -

La necessità che il Comune si doti al più presto di un impianto di videosorveglianza pubblico efficiente e l’inquietante fenomeno della facilità di diffusione delle armi da fuoco in città. Sono questi i due elementi su cui la Procura di Gela, guidata dal Procuratore Capo Lucia Musti, mette in evidenza all’indomani dell’individuazione e dell’arresto dell’uomo che, lo scorso 19 ottobre ha fatto fuoco all’indirizzo dell’auto di un rivale servendosi di una pistola, al culmine di rapporti assai tesi con alcuni confinanti.

All’uomo sono stati contestati i reati di triplice tentato omicidio aggravato e detenzione e porto in luogo pubblico di arma da sparo. All’imputato la Polizia è arrivata grazie anche alle immagini ricavate dalla ripresa dell’unica telecamera di videosorveglianza pubblica presente nelle vicinanze del luogo dell’agguato e che ha contribuito ad individuare l’autore del gesto. Moltissime operazioni delle Forze dell’Ordine sono state possibili grazie all’utilizzo delle immagini di impianti video privati messi a disposizione dai cittadini. Ecco perché la Procuratrice spinge affinché il Comune acceleri sulla messa in opera definitiva di un impianto pubblico.

La Procura poi, punta i riflettori sul fenomeno della disponibilità allargata sul territorio di armi da sparo detenute illegalmente ed alle quali taluni fanno ricorso per dirimere controversie annose, come nel caso del recente arresto, di mezzo ci sarebbero soprattutto presunte rivalità per i possedimenti portati avanti in quella zona. Ci sarebbero state più volte liti e discussioni, anche piuttosto animate, nel passato e pare che si siano sviluppati altri procedimenti: uno anche per rissa giunto a giudizio. Ad oggi intanto, il ricorso al facile utilizzo di armi detenuto illegalmente per ogni questione di attrito o incomprensione nei rapporti interpersonali, anche se di minima importanza, di fatto costituisce un fenomeno di grave allarme sociale in ordine al quale la Procura della Repubblica e le Forze dell’Ordine sono impegnate in un’azione continua di contrasto e di rispetto della legalità.