Catania

Truffa del finto maresciallo: arrestato un 21enne

L'indagine ha preso avvio da un episodio avvenuto il 24 gennaio scorso

di Sergio Randazzo -

La Polizia di Stato di Catania ha arrestato un giovane di 21 anni, A.G.M., con l’accusa di rapina aggravata e lesioni personali aggravate in concorso con un complice ancora ignoto. L’operazione, condotta su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, ha portato all’emissione di una misura cautelare da parte del G.I.P. del Tribunale di Catania. Per il ragazzo sono stati disposti gli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.

Il raggiro del falso maresciallo

L’indagine ha preso avvio da un episodio avvenuto il 24 gennaio scorso, quando un’anziana donna è stata vittima di una truffa con la tecnica del “falso maresciallo dei Carabinieri”. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la donna è stata contattata telefonicamente da un uomo che, spacciandosi per un militare dell’Arma, l’ha informata che la figlia era rimasta coinvolta in un grave incidente stradale. Per evitare il suo arresto, sarebbe stato necessario pagare una somma di denaro o consegnare gioielli come risarcimento.

Poco dopo la telefonata, un giovane si è presentato a casa dell’anziana per ritirare il denaro. Impaurita e convinta dalla messinscena, la donna ha consegnato una borsa contenente monili d’oro per un valore di circa 20.000 euro.

L’aggressione e la fuga

La truffa si è trasformata in rapina quando la figlia della vittima è arrivata in casa e ha scoperto l’estraneo. Nel tentativo di fermarlo, l’uomo ha reagito violentemente per assicurarsi la fuga, causando la frattura del femore all’anziana e la frattura scomposta di un dito alla figlia.

Le indagini e l’arresto

Grazie all’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, gli investigatori della Sezione Contrasto al Crimine Diffuso della Squadra Mobile di Catania sono riusciti a identificare il giovane. Durante una perquisizione nella sua abitazione, sono stati trovati indumenti compatibili con quelli indossati al momento del reato.

Su richiesta del Pubblico Ministero, il G.I.P. ha quindi emesso l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. L’indagine prosegue per individuare il complice ancora in fuga