Caltanissetta

Un tenore di vita troppo al di sopra del reddito dichiarato

Beni per 8 milioni di euro sono stati confiscati a Felice Cannata, esponente della criminalità organizzata Ennese

di Redazione -

Maxi confisca di beni, per un valore complessivo di otto milioni di euro, in provincia di Caltanissetta. Nel mirino il tesoro di Felice Cannata, esponente della criminalità organizzata ennese, già condannato con sentenza irrevocabile del novembre 2015 per associazione mafiosa per la sua appartenenza alla famiglia di Pietraperzia. La confisca riguarda: un’azienda agricola nell’Ennese; 77 terreni tra le province di Enna e Caltanissetta; 11 fabbricati a Caltanissetta, Pietraperzia, Pozzuolo Martesana e Inzago (Milano); rapporti finanziari e beni mobili registrati. Cannata, che secondo gli investigatori “nel tempo si è occupato di reimpiegare capitali di provenienza illecita in attività produttive del nord Italia, in particolare nei settori della compravendita di auto di grossa cilindrata”, è stato coinvolto nell’operazione ‘Triskelion’ portata a termine dal Gico delle fiamme gialle. “Le indagini – spiegano dalla guardia di finanza – hanno permesso di riscontrare l’incapacità della famiglia Cannata di far fronte agli impegni economici assunti”. L’insieme dei redditi dichiarati, o percepiti, messi a confronto con il valore dei beni acquistati e con le altre uscite rilevate dalle indagini “sono risultati sproporzionati”. Secondo gli inquirenti, quindi, il tenore di vita di Cannata era “troppo elevato e incongruo” rispetto alle sue possibilità reddituali. Da qui, nel 2018, il sequestro dei beni e oggi la confisca.


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