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Una visita importante e simbolica
Quella di Mattarella alla "De Amicis" di Palermo
E’ stato lo stesso Capo dello stato stamattina a rimarcare la “non consuetudine” della sua visita alla scuola De Amicis. Quello del presidente della Repubblica è stato un gesto certamente carico di significati. Intanto la conferma piena della linea voluta al Quirinale e che ha seguito quella dei suoi predecessori: l’Italia esige il rispetto delle proprie leggi ma è una nazione aperta, antirazzista e multietnica. Dalla prospettiva “tricolore” quel “siete strani, meglio i bimbi bianchi” che turbò i bambini di colore viene spianato e cancellato dalla visita garbata e improvvisata della figura istituzionale più alta che rappresenta e incarna l’unità nazionale. E’ accaduto in Sicilia, a Palermo, nella regione che con le sue coste (e in particolare l’isola di Lampedusa) da anni affronta e gestisce faticosamente il dramma degli sbarchi irregolari. Ma è d’uopo distinguere le due cose, pur unite dal filo sottile del fenomeno migratorio. La questione dell’immigrazione irregolare c’entra poco o nulla con la classe 5 C della scuola De Amicis di Palermo, una classe primaria multietnica. In questa classe oggi c’erano gli alunni che furono oggetto lo scorso ottobre di insulti e commenti a sfondo razzista mentre partecipavano ad una iniziativa davanti a una libreria del centro. Qualche adulto sciocco o cattivo (o entrambe le cose) non capì che aveva davanti giovanissimi cittadini impegnati nello studio e meritevoli dell’appellativo di “italiano” più di chi li offese. Questo oggi, per fortuna, ce lo ha ricordato il Capo dello Stato in persona.