Cronaca

Ustica, ad abbattere il DC-9 furono i francesi

In un'intervista esclusiva al quotidiano "La Repubblica" in edicola oggi Giuliano Amato - già presidente del Consiglio nel 1992-'93 - ha parlato della strage di Ustica del 27 giugno 1980 in cui morirono 81 persone spiegando che il Dc9 dell'Itavia fu abbattuto da un missile francese

di Sergio Randazzo -

Dalla sera del 27 giugno 1980, sono trascorsi ben 40 anni. Quella sera un Dc-9 dell’Itavia in rotta da Bologna a Palermo, scomparve sui cieli del Tirreno, tra le isola di Ustica e Ponza, inabissandosi con 81 persone a bordo. Una vicenda che nonostante i processi, a tutt’oggi non ha visto l’esatta ricostruzione di cosa accadde quella notte. Le prime ricostruzioni fanno riferimento ad un cedimento strutturale del velivolo, ma già c’era chi ipotizzava che a causare l’esplosione fossero stati una bomba o un missile. A metà luglio del 1980, sui monti della Sila venne ritrovato il relitto di un Mig libico, che qualcuno pensò subito potesse avere avuto un ruolo nella strage di due settimane prima. Nella primavera del 1982 La Commissione ministeriale scarta l’ipotesi del cedimento strutturale. Soltanto nel 1984 si decide il recupero del relitto. Nel 1989 la commissione coordinata dall’ingegner Massimo Blasi, sposa la tesi del missile. Nel 1992 vengono incriminati decine tra ufficiali e sottufficiali dell’Aeronautica militare per depistaggi. Diciassette anni dopo la strage, nel giugno del 1997, si profila l’ipotesi che il volo Itavia si trovasse suo malgrado nel pieno di uno scenario di guerra con la presenza di parecchi velivoli militari non tracciabili. A parlare di “un aereo francese”, nel 2007 è l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che parla di un caccia in volo dietro al Dc-9 “per non essere intercettato dal radar dell’aereo libico che stava trasportando Gheddafi. Ecco. “La versione piu’ credibile e’ quella della responsabilita’ dell’aeronautica francese, con la complicita’ degli americani e di chi partecipo’ alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno”. In un’intervista esclusiva al quotidiano “La Repubblica” in edicola oggi Giuliano Amato – gia’ presidente del Consiglio nel 1992-’93 – ha parlato della strage di Ustica. “Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione – ha proseguito – e il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario”. Ad avvertire Gheddafi della trappola fu Bettino Craxi.