Attualità

Vara, rinnovata fede e tradizione

Duemila tiratori, corde da 125 metri e il ricordo di Sara Campanella

di tcf -

È il 15 agosto. A Messina il tempo si ferma. Tutto si concentra attorno alla Vara: cinquecento anni di storia, fede e identità. Una processione unica, tra le più antiche della Sicilia e tra i carri devozionali più imponenti d’Europa. Dai duecento tiratori degli albori ai duemila di oggi. Quest’anno, due possenti gomene da 125 metri, dieci in più rispetto allo scorso anno, per accogliere nuove generazioni di messinesi. Mani diverse, unite nello stesso sforzo collettivo.

La Vara 2025 ha un cuore speciale, quello che batte per Sara Campanella, giovane studentessa uccisa a Messina. Un ricordo che si fa preghiera e che trasforma la festa in riflessione collettiva. Un fiume umano accompagna il carro votivo lungo via Garibaldi. Dentro le corde, tensione e sudore; fuori, migliaia di voci in un unico respiro: Viva Maria. Dalla Prefettura, ospiti speciali. Quindici bambini ucraini orfani di guerra. Un frammento di festa, in un mare di dolore, donato a chi ha perso troppo presto la propria infanzia. Il momento più delicato la girata, la manovra che ruota di centottanta gradi la Vara verso il Duomo. Silenzio, tensione, attesa infinita. Poi, il miracolo. La Vara si gira, il carro punta al cuore della città. Con un ultimo strappo, lento e potente la Vara entra in piazza Duomo. La città si stringe in un abbraccio di fede e tradizione. Poi, il rito finale: il taglio delle corde, custodite come reliquie di un giorno che appartiene a tutti.