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Venerdì 17 in Sicilia: tra superstizione e normalità

Secondo l’Indice di Superstizione Regionale 2025, la Sicilia è tra le regioni più superstiziose d’Italia, con 67,9 punti su 100. Tra cornetti rossi e scongiuri, alcuni evitano di fare cose importanti, mentre altri, più scettici, considerano il venerdì 17 solo un giorno come gli altri

di finmedia -

Oggi è venerdì 17, e tra cornetti rossi e scongiuri, i siciliani confermano la loro fama di popolo superstizioso. A dirlo è l’Indice di Superstizione Regionale (ISR) 2025, elaborato da Casinos.com, che piazza la Sicilia al quarto posto nazionale, con un punteggio di 67,9 su 100.

Secondo il report, nell’isola ci sono circa 1.500 veggenti attivi, mentre ogni anno si spendono oltre 60 milioni di euro in consulti di cartomanzia, astrologia e riti “porta fortuna”.

Le reazioni alla data “sfortunata” sono però contrastanti.

“Meglio toccare ferro che pentirsi” dichiara un cittadino

“Io non esco mai senza il mio cornetto rosso- dichiara una mamma- Lo tengo appeso anche al retro della cassa. Magari non serve, ma mi sento più tranquilla.”

“Oggi è venerdì 17? Non ci avevo fatto caso… ma ora che me l’ha detto, forse evito di prendere decisioni importanti!” aggiunge un ragazzo.

C’è anche chi è più scettico.“Io non credo al malocchio, ma leggo sempre l’oroscopo. È più un gioco che una fede. Però mia nonna dice ancora di non passare il sale di mano in mano!”

Nonostante le tradizioni e i piccoli rituali, per molti intervistati il venerdì 17 rimane semplicemente un giorno come un altro, senza grandi precauzioni né paure. Tra superstizione e pragmatismo, emerge così un quadro di una Sicilia che sa mescolare folclore, curiosità e buon senso quotidiano.