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Via Anfuso a Ragusa, più attenzione per gli scavi

In Via Anfuso a Ragusa ci sono reperti archeologici di epoca sicula non particolarmente valorizzati; potrebbero essere scambiati per pietre e cippi fra erbacce e spazzatura. Da Palazzo dell'Aquila si chiede maggiore attenzione

di Chiara Scucces -

Valorizzare permanentemente l’area archeologica di via Anfuso a Ragusa. E’ la proposta del consigliere di Ragusa Terra Madre Marco Galifi dopo i primi interventi di ripristino fatti dall’amministrazione di Palazzo dell’Aquila e si chiede di valutare anche la modifica alla viabilità. Gli interventi routinari o saltuari di ripristino e pulizia vanno bene, dice Galifi, ma bisognerebbe procedere con una decisa azione permanente di valorizzazione dell’area archeologica.

Una questione che Galifi ha seguito fin dal suo insediamento sottolineando le pessime condizioni in cui si trovavano gli scavi archeologici di via Anfuso fino a qualche tempo fa ricoperti da erbacce e di difficile individuazione: gli arbusti e le sterpaglie avevano letteralmente invaso la zona, arrivando a occupare la carreggiata stradale e creando una situazione di pericolo per i cittadini. La visibilità dei reperti archeologici era praticamente nulla.

L’assessorato all’ambiente ha svolto un intervento che ha portato all’effettiva pulizia dell’area rendendola più sicura e migliorando la visibilità dei reperti archeologici. Nei giorni scorsi, inoltre, è stato effettuato un sopralluogo da parte dell’assessore ai lavori pubblici, Gianni Giuffrida e dei rappresentanti della Soprintendenza che hanno espresso il loro impegno a intervenire a breve termine e ad intraprendere azioni specifiche per risolvere una problematica che affligge l’area da più di trent’anni. Tra l’altro è stata confermata la possibilità di modificare anche la viabilità attuale così da esaltare l’area in questione evitando il passaggio contiguo di autovetture.

I reperti archeologici di Via Anfuso vennero alla luce durante i lavori di realizzazione della via, circa una trentina di anni fa; si riferiscono a tre tombe di epoca sicula che probabilmente fanno parte di una più ampia necropoli che andrebbe scavata e approfondita, sebbene questi reperti per lo stato di abbandono e degrado in cui si sono sempre trovati, non sembrare destare particolare interesse