Attualità

Visite urgenti? Solo a pagamento

Gela le liste d'attesa per visite mediche, anche urgenti, sono bloccate fino al 31 dicembre. Marco Di Dio denuncia di dover pagare visite private per i genitori nonostante l'esenzione

di finmedia -

Se hai bisogno di una visita urgente, il sistema ti risponde con un muro di gomma. “Non c’è disponibilità fino al 31 dicembre”, dice il CUP. Non per un controllo di routine, ma anche per le visite contrassegnate come urgenti. A raccontarlo è Marco Di Dio, che da mesi è costretto a portare i genitori – entrambi con esenzione – da medici privati, perché il pubblico non risponde. O meglio, risponde: “Non possiamo fare nulla”.

Marco non è l’unico. Il problema è strutturale, vecchio, ma ora è esploso del tutto. La rete ospedaliera locale è in ginocchio, ea breve subirà un ulteriore colpo: altri sedici posti letto verranno tagliati al “Vittorio Emanuele” di Caposoprano, struttura già da anni oggetto di depotenziamenti e tagli silenziosi.

Le liste d’attesa sono interminabili, i reparti faticano, il personale è stremato, i cittadini si arrangiano. E mentre i numeri ufficiali raccontano di piani di razionalizzazione, la realtà parla di rinunce, attese e, troppo spesso, di tasche svuotate per curarsi.

“È umiliante. Abbiamo l’esenzione, ma non servire a nulla. Ogni volta che provo a prenotare, sento la stessa frase. Alla fine devi pagare o restare a guardare peggiorare le cose”, dice Marco con amarezza.

E mentre la politica locale fa quadrato e ribadisce che “non è accettabile alcuna riduzione”, sul territorio il messaggio è chiaro: chi può pagare, chi non può aspettare. Anche se è urgente.

L’ennesima notizia sul ridimensionamento del nosocomio ha riacceso tensione e proteste. Sindaco e consiglieri chiedono a gran voce un’inversione di rotta. Ma al momento restano solo parole. “Il ‘Vittorio Emanuele’ non va chiuso pezzo dopo pezzo, va potenziato”, è il coro unanime. Il diritto alla salute resta sulla carta. E chi non ha alternativa, resta indietro. Con la prescrizione in mano… e il CUP che dice: “ritorni tra sei mesi”.