Ragusa

Vittoria e la politica social: quando l’istituzionale passa in secondo piano

Il rischio è quello di creare una comunicazione selettiva

di Sergio Randazzo -

Nel panorama politico contemporaneo, la comunicazione gioca un ruolo cruciale. È uno strumento di trasparenza, di partecipazione e di dialogo con i cittadini. Tuttavia, a Vittoria, sembra che le istituzioni ufficiali siano state sostituite da una nuova modalità di comunicazione: i social network del Sindaco Francesco Aiello.

L’informazione passa dai social, non dagli uffici preposti

Negli ultimi mesi, il primo cittadino ha scelto di affidare annunci politici e decisioni amministrative direttamente ai suoi profili social, bypassando i canali istituzionali come l’ufficio stampa del Comune. Un fenomeno che, oltre a rappresentare una discutibile strategia comunicativa, pone interrogativi sulla gestione dell’informazione pubblica.

L’ufficio stampa di un Comune esiste per garantire che ogni cittadino possa accedere alle notizie in modo chiaro, trasparente e strutturato. È una garanzia di ufficialità e correttezza nell’informazione, che evita fraintendimenti e strumentalizzazioni. Scegliere invece di comunicare attraverso post, video e dirette social, se da un lato può apparire come un modo più diretto per raggiungere la popolazione, dall’altro rischia di rendere meno istituzionale e più personale il dibattito su temi di rilevanza collettiva.

Un confronto necessario sulle modalità di comunicazione

Non si tratta di una questione di modernità o di innovazione digitale. I social sono strumenti fondamentali nella comunicazione politica odierna, ma non possono sostituire i canali ufficiali. Il rischio è quello di creare una comunicazione selettiva, parziale e priva di quella autorevolezza che le istituzioni devono mantenere.

Sarebbe auspicabile che il Sindaco Francesco Aiello riflettesse su questo aspetto e tornasse ad affidare alle strutture competenti la gestione delle comunicazioni ufficiali, nel rispetto del principio di trasparenza e della corretta informazione ai cittadini. Perché la politica, soprattutto quella amministrativa, non può ridursi a un post sui social.