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Mediterraneo, il mare che continua a inghiottire vite

È la denuncia di Viviana Di Bartolo, gelese, coordinatrice dei soccorsi a bordo della nave Humanity 1

di finmedia -

Venerdì pomeriggio, a sud di Lampedusa. Tra onde alte e vento forte, l’equipaggio della Humanity 1 avvista un barchino alla deriva. A bordo, 41 persone stremate. Alcune sono già in stato di incoscienza. A raccontare quei momenti è la gelese Viviana Di Bartolo coordinatrice dei soccorsi a bordo della nave.

Dopo ore di manovre difficili, l’equipaggio riesce a mettere in salvo i naufraghi. Molti presentano bruciature da carburante, disidratazione, ipotermia. Due di loro non sopravvivono.

Dopo giorni in mare, la Humanity 1 ottiene l’autorizzazione a sbarcare a Porto Empedocle. Le 41 persone sopravvissute vengono affidate alle autorità sanitarie. Le due salme saranno prese in carico dalla Prefettura di Agrigento.

Nel Mediterraneo centrale si muore ancora: di sete, di freddo, di paura. Ma anche di politiche che limitano i soccorsi e lasciano intere imbarcazioni senza aiuto per giorni. Un altro soccorso, un’altra tragedia. Un mare che per molti resta l’unica via di fuga — e troppo spesso, l’ultimo confine della loro vita.