Palermo
Al vaglio le contraddizioni della 17enne sul racconto delle torture
Dopo essere stata svegliata dai Carabinieri all'alba di domenica scorsa, la giovane ha fornito alcune dichiarazioni
Inizialmente, si è dichiarato che la madre è deceduta a causa delle numerose torture e sevizie subite, compresi atti violenti con un attizzatoio e un phon caldo sulla pelle.
Successivamente, la versione è stata modificata, affermando che la morte è avvenuta in un secondo momento. Gli investigatori stanno analizzando le incongruenze nelle dichiarazioni della ragazza di 17 anni, l’unica sopravvissuta alla strage familiare di Altavilla Milicia (Palermo). Dopo essere stata svegliata dai Carabinieri all’alba di domenica scorsa, la giovane ha fornito alcune dichiarazioni, ma successivamente ha cambiato la sua versione. Attualmente detenuta per triplice omicidio, la ragazza ha raccontato che la madre è stata percossa con una padella dal padre, da Massimo e Sabrina, subendo anche torture come bruciature con pinze precedentemente riscaldate sui fornelli e l’uso di un phon per capelli per causare ustioni sulla pelle. Ha affermato che la madre aveva chiesto più volte di chiamare i Carabinieri durante le torture, ma le era stato impedito poiché le avevano tolto il telefono cellulare.
Successivamente, la donna sarebbe stata posta su una panca e poi seppellita in montagna. Tuttavia, la giovane ha fornito diverse versioni riguardo a questo ultimo evento, dapprima affermando che la madre era deceduta a seguito delle torture e successivamente dichiarando che, in realtà, era ancora viva dopo le torture. Anche al fratello Emmanuel è stato riservato lo stesso trattamento di torture sul viso da parte del padre, di Massimo e Sabrina.