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All’Ars si vota la mozione di sfiducia a Schifani
E' scattato il conto alla rovescia
A Palazzo dei Normanni è conto alla rovescia per la mozione di sfiducia al presidente della Regione, Renato Schifani. Martedì l’Aula sarà chiamata a votare un atto politico destinato più a misurare i rapporti di forza che a cambiare gli equilibri di governo.
La mozione è stata presentata da 23 deputati di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e dal parlamentare Ismaele La Vardera.
Possibile anche l’appoggio dei tre deputati di Sud Chiama Nord, il movimento di Cateno De Luca. Il totale arriverebbe a 26 voti: troppo pochi per raggiungere la soglia dei 36 necessari a sfiduciare il presidente e interrompere anticipatamente la legislatura.
Se è vero che le opposizioni avranno tre ore per argomentare i motivi della mozione e attaccare su più fronti l’operato di governo e maggioranza è altrettanto vero che, non avendo possibilità di riuscita, la mozione si trasformerà per Schifani in una nuova occasione per snocciolare i risultati del governo dal suo punto di vista.
Il dibattito arriva in un clima politico teso. Nelle ultime settimane la maggioranza ha dovuto fare i conti con l’emarginazione dei sette deputati della Democrazia Cristiana, dopo l’inchiesta che ha coinvolto Totò Cuffaro. Una situazione che aveva bloccato le nomine dei presidenti degli IACP, dei Consorzi universitari e degli Enti Parco. Il governo ha però sbloccato gli incarichi con una giunta straordinaria, ricomponendo di fatto l’asse interno alla coalizione. Tensioni anche nel centrosinistra, dove si discute già su prassi e metodo per le elezioni e le candidature prossime venture.
Il presidente Schifani interverrà in Aula per difendere il proprio operato. Il voto finale, secondo i numeri disponibili, non sembra mettere a rischio la tenuta della maggioranza.