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ANCI, per i servizi sociali stanziati pochi fondi regionali

La Regione contribuisce in maniera ridicola, con un contributo di appena 30 milioni"

di Sergio Randazzo -

I Comuni siciliani sostengono di tasca propria gran parte dei costi per i servizi sociali, mentre il contributo della Regione resta minimo e insufficiente. A lanciare l’allarme sono stati il presidente e il segretario generale dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, nel corso di un incontro con i giornalisti all’Ars.

Secondo i dati forniti dai rappresentanti dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, in tutta l’isola i bilanci comunali sostengono circa 585 milioni di euro l’anno per garantire i servizi sociali. La Regione contribuisce con appena 30 milioni, una cifra ritenuta “ridicola” dai vertici dell’Anci Sicilia. “Per mantenere livelli minimi di assistenza – spiegano Amenta e Alvano – i Comuni ricorrono agli introiti dell’Imu, al Fondo regionale delle autonomie locali, ormai ridotto al minimo, e al Fondo di solidarietà nazionale, che alla Sicilia riserva solo briciole, applicando il criterio della spesa storica invece che il fabbisogno perequativo”.

Un paragone con altre regioni mostra le differenze: in Sardegna, ad esempio, la Regione copre integralmente il fabbisogno sociale con un fondo annuale di circa 200 milioni, su un totale di 550 milioni complessivi, per 1 milione e 600 mila abitanti. In Sicilia, invece, il Fondo delle autonomie locali è pari a 287 milioni per 4 milioni e 700 mila abitanti. “Al di là di qualche sporadico contributo – concludono Amenta e Alvano – la Regione ha di fatto demandato allo Stato la copertura dei costi sociali, ignorando che anche il governo nazionale ha già ridotto gli interventi a causa dei vincoli di bilancio”. I rappresentanti dell’Anci Sicilia hanno annunciato che questi temi saranno al centro di una conferenza stampa, volta a discutere le misure indispensabili per garantire la quantità e la qualità dei servizi essenziali per i cittadini dell’isola.