Palermo
Antimafia, Cracolici: “Maranzano non è lo Zen”
Dati spaventosi sul traffico d’armi in città
Palermo è un arsenale a cielo aperto, pistole mitragliette e armi bianche sono a disposizione delle micro gang che si danno battaglia nel centro città insanguinando le strade del capoluogo. E’ la drammatica analisi della Commissione regionale antimafia riunita in prefettura nel giorno dei funerali di Paolo Taormina.
C’è un quartiere, lo Zen, finito sotto accusa. Ma non di solo Zen si nutre il crimine che squassa la convivenza civile. “La quantità di armi che circola a Palermo preoccupa. Non sappiamo dove si riforniscano le bande criminali, se nel dark web o dal rivenditore di prossimità, ma di sicuro camminare armati è uno status symbol, è come avere in tasca un cellulare di ultima generazione”, sostiene il presidente dell’Antimafia regionale, Antonello Cracolici.
L’incontro in prefettura completa il tour dell’antimafia già programmato da tempo. Ma la cronaca ha superato la politica e così la settimana prossima i componenti della commissione terranno una seduta straordinaria allo Zen. L’ombra della mafia è evidente. Dietro queste battaglie da Far West c’è il controllo del territorio e il racket della mafia. “Non possiamo sostenere che tutti questi giovani pronti a sfidarsi sulle strade siano mafiosi – spiega Marianna Caronia, deputata della commissione – ma emerge di certo uno squallido sentire mafioso in questi comportamenti”.
Intanto il governo è intervenuto istituendo le zone rosse nelle aree più a rischio della movida. Ma l’esercito da solo non basterà, servono interventi nel sociale, perché – ha concluso Cracolici – “Lo Zen non è Maranzano, ma un quartiere composto in gran parte da gente che lavora”