Ragusa

Associazione culturale? No. Era un ristorante scoperto dalla GdiF VIDEO

Ricostruito l’intero volume d’affari dell’attività

di Sergio Randazzo -

Un’associazione culturale che, di fatto, mascherava un’attività di ristorazione vera e propria: è quanto emerso dai controlli effettuati dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa, nell’ambito dell’attività di contrasto all’evasione fiscale e all’economia sommersa.

L’operazione ha portato alla luce un esercizio commerciale completamente sconosciuto al fisco, che operava con abitualità e professionalità nel settore della ristorazione. L’imprenditore, sfruttando la forma giuridica di un ente associativo con finalità culturali e ricreative, pubblicizzava i propri servizi sia sui social network che su piattaforme di settore, attirando un ampio numero di clienti. Il meccanismo era semplice ma efficace: chiunque si presentasse per consumare pasti veniva formalmente iscritto come “socio” mediante la compilazione di un modulo, così da simulare un’attività rivolta esclusivamente ai membri dell’associazione. In realtà, si trattava a tutti gli effetti di un ristorante aperto al pubblico e attivo con continuità.

Attraverso approfonditi riscontri documentali e incroci di dati, i finanzieri del Gruppo di Ragusa sono riusciti a ricostruire l’intero volume d’affari dell’attività, accertando ricavi non dichiarati per oltre 350.000 euro, dal 2019 fino al momento del controllo. Altre operazioni simili verranno effettuate anche nelle prossime settimane per contrastare la concorrenza sleale che penalizza gli imprenditori onesti, sottraendo importanti risorse alla collettività.