Attualità

“Beni confiscati e infiltrazioni mafiose”

Oggi all’hotel Sigonella Inn a Catania, confiscato nel 2016, l’incontro organizzato dalla Filcams CGIL Catania e Cgil Catania su beniconfiscati e infiltrazioni mafiose nell’economia del territorio. Presente la commissione regionale antimafia

di Pinella Rendo -

“Beni confiscati e infiltrazioni mafiose nell’economia del territorio”. E’ l’iniziativa organizzata dalla Filcams Cgil e dalla Camera del lavoro di Catania alla presenza della commissione regionale antimafia presieduta da Antonello Cracolici. Non a caso i lavori si sono tenuti all’Hotel Sigonella Inn, il grande albergo che dal 2016 è gestito dall’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati. Un nutrito gruppo di lavoratori, riunitisi in cooperativa, è in attesa del via libera per poterlo finalmente gestire. In generale i dati parlano chiaro: gli immobili sequestrati in Sicilia sono 9.735 di cui 7.440 sono stati trasferiti agli enti locali mentre quelli utilizzati per finalità sociali sono 2.544. Nella provincia di Catania sono 729 di cui 417 sono stati trasferiti agli enti locali. Per la sola città di Catania si tratta di 99 immobili di cui, però, 58 sono destinati all’ente ma non ancora consegnati per la difficoltà di effettuare i sopralluoghi con i curatori giudiziari. “Serve uno scossone al sistema dei beni confiscati, dando ai lavoratori stessi la possibilità di gestirli. Troppi beni sono ‘a bagnomaria’”, ha detto Cracolici. Con la commissione regionale Antimafia stiamo mettendo a punto azioni di natura finanziaria per consentire alle società di poter accedere attraverso l’Irfis a un sistema di finanziamenti a tasso zero per sostenere il rilancio economico. Oltre il 90 per cento delle aziende confiscate alla mafia sono in liquidazione. A parte quelle utilizzate dai boss per violare il principio della concorrenza o usate per fare riciclaggio,  è comunque un dato troppo alto. Occorre puntare sulla formazione dei manager e su un monitoraggio di prossimità al bene confiscato per avere la giusta contezza del fenomeno.  Su questa partita si gioca il successo – o l’insuccesso – dello Stato. La gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata andrebbe dunque modificata, è stato ribadito