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Breve analisi del risultato elettorale di Modica

Il primo sindaco donna della storia della Città della Contea ha pescato in maniera trasversale in tutte le fasce sociali

di Emiliano Di Rosa -

Alla domanda se il nuovo sindaco di Modica potesse essere una sorta di chimera con il busto di un ex assessore, la testa di un attuale deputato regionale e le gambe dei potentati e della élite cittadina hanno risposto gli elettori con il consenso quasi plebiscitario a Maria Monisteri. Il 68, 68% dei voti al primo turno vuol dire che il primo sindaco donna della storia della Città della Contea ha pescato in maniera trasversale in tutte le fasce sociali, economiche e culturali della città, ha portato valore aggiunto al consenso già ampio del suo predecessore Ignazio Abbate (oggi parlamentare all’ARS), ha convinto la popolazione a darle fiducia. Semmai è la negazione di questa evidenza ad essere settaria, elitaria, inutilmente spocchiosa. Detto ciò le dichiarazioni pubbliche in campagna elettorale della stessa Monisteri non hanno mai celato la sua gratitudine ad Abbate e la sua volontà politica di perfezionare, da prima cittadina, la metodologia e i contenuti del lavoro di Ignazio. Qui, nella sostanza, si gioca la partita autentica ovvero una nuova amministrazione che migliori in qualità e quantità il lavoro della vecchia amministrazione senza essere ostaggio del passato anche perché le strade riasfaltate si riempiranno di nuovo di buche, la monnezza si accumulerà ancora, le erbacce ricresceranno, le tasse saranno comunque alte, bisogna organizzare eventi, promuovere, risolvere i tanti problemi, quelli quotidiani e ordinari e quelli strutturali e  straordinari e si bussa da adesso alla porta di Maria e non di Ignazio. E Maria dovrà aprire, salutare, ascoltare, convincere, risolvere. Similmente a Ragusa anche a Modica c’è, dopo il voto del 28 e 29 maggio, la debacle dei partiti nazionali e l’affermazione nettissima del civismo. Fa eccezione il simbolo della Democrazia Cristiana di Cuffaro ma solo perché Abbate aveva scelto questa lista per sé alle regionali: a Modica i voti sono ovviamente dell’ex sindaco e non dello Scudocrociato con tutto il rispetto per la storia. Il centrodestra si è sparso in varie liste civiche collocate a sostegno della Monisteri o di Nino Gerratana ma ha rinunciato ai simboli romani, indubbiamente un’anomalia che alla fine, a ben pensarci e guardando di nuovo a quello che è successo a Ragusa, probabilmente è stata dettata dal pragmatismo evitando debacle e facendo eleggere più consiglieri. L’area progressista infine raccoglie pochissimo in consiglio comunale: solo 3 i consiglieri di opposizione, il gioco delle liste l’ha penalizzata anche oltre i voti complessivamente ottenuti. Castello, Spadaro e Gugliotta numericamente rischiano di essere irrilevanti, hanno una responsabilità altissima perché devono compensare la quantità con la qualità del loro lavoro di vigilanza e di proposta politica.