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“Caro voli”, dietrofront del governo nazionale

Un emendamento la darebbe vinta a Ryanair

di Emiliano Di Rosa -

La notizia l’ha data in anteprima “Il Sole 24 Ore” spulciando tra gli emendamenti al decreto “Asset” che in questi giorni è all’esame della Commissione Industria del Senato. C’è un emendamento preparato dal ministero delle Imprese e del made in Italy che elimina i riferimenti al prezzo massimo e riconduce l’accertamento di abusi tramite “coordinamento algoritmico delle tariffe” al campo delle intese restrittive della concorrenza e dell’abuso di posizione dominante su cui vigila l’Antitrust. In parole povere le imposizioni alle compagnie aeree per impedire l’aumento incontrollato dei prezzi dei biglietti saltano e il governo nazionale nel suo scontro frontale con Ryanair fa una retromarcia. Originariamente infatti il decreto del ministro Urso imponeva un prezzo massimo ai biglietti, in particolare per i viaggi da e per la Sardegna e la Sicilia; adesso, durante l’esame per la conversione in legge, il decreto viene “svuotato” dallo stesso governo cancellando il punto più contestato dai vettori aerei e in primis dalla compagnia low cost irlandese. Con il via libera a questo emendamento le compagnie recupererebbero la piena libertà di abbassare e (soprattutto) di alzare il prezzo dei biglietti man mano che i consumatori effettuano la prenotazione. Il rafforzamento dei poteri dell’Antitrust (Autorità che già oggi tutela i consumatori e osteggia gli abusi di posizione dominante delle aziende) è un’altra cosa: nella sostanza si può titolare correttamente così: “Caro voli Sicilia, dietrofront del governo: eliminato il tetto massimo alle tariffe”.