Siracusa

Caso Scieri: condanne definitive a 26 anni dall’omicidio

Dopo 26 anni arriva la parola fine sul caso di Emanuele Scieri, il giovane paracadutista siracusano trovato morto nella caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. La Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne

di Chiara Scucces -

A distanza di 26 anni, la giustizia mette la parola fine al drammatico caso di Emanuele Scieri, il giovane paracadutista di Siracusa trovato senza vita nella caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto 1999. La Corte di Cassazione ha confermato le condanne per due ex caporali della Folgore, Alessandro Panella e Luigi Zabara, rispettivamente a 22 anni e a 9 anni e 9 mesi di carcere, per concorso in omicidio volontario. La sentenza ha rigettato i ricorsi presentati dagli imputati, rendendo definitiva la decisione. Assolto, invece, un terzo imputato, Andrea Antico, ex caporale come gli altri, che aveva scelto il giudizio abbreviato. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Pisa, quella sera del 13 agosto 1999, Emanuele Scieri fu vittima di un atto di nonnismo: costretto a salire su una torre per asciugare il paracadute, fu spinto più volte durante la scalata, con colpi alle mani che gli fecero perdere la presa. La caduta gli procurò gravi lesioni alla testa. Lasciato agonizzante a terra, il suo corpo fu scoperto solo tre giorni dopo, ormai privo di vita.

Queste le parole di Francesco Scieri, fratello di Emanuele: “Finalmente abbiamo chiuso questa pagina tristissima che andava avanti da troppi anni. Oggi ero in aula, mia mamma no perché non ce la fa più, ma quando ha ricevuto la telefonata dall’avvocato è scoppiata a piangere”.

Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha commentato: “Con questa sentenza si chiude una vicenda dolorosa e simbolica per la nostra città. Rimane l’amarezza per i tempi lunghi e per una vita che poteva essere salvata se fossero stati chiamati i soccorsi”. La vicenda di Emanuele Scieri è stata un caso simbolo per la lotta contro il nonnismo nelle forze armate e contro le responsabilità che spesso restano nascoste dietro i reticolati delle caserme.