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Commemorate le medaglie al valore militare Fava e Garofalo
A trentuno anni dall'uccisione degli appuntanti Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, a Donnalucata si è tenuta una sobria ma sentita cerimonia per non dimenticare il sacrificio dei due carabinieri
Una commemorazione che si ripete anno dopo anno, affinchè il sacrificio dei due appuntati Antonino Fava e Vincenzo Garofalo non venga dimenticato. Stamattina, a Donnalucata, dinnanzi al monumento in ricordo dei Carabinieri Fava e Garofalo, si è tenuta la cerimonia per commemorare i due Appuntati, entrambi Medaglia d’oro al valor militare, uccisi in un vile attentato il 18 gennaio 1994, e tutti coloro che sono caduti nell’adempimento del proprio dovere. Le immagini si riferiscono alla solenne deposizione di corone di alloro ai piedi del monumento ai due caduti. “Trentuno anni fa, lungo la Salerno-Reggio Calabria, Scicli ha perso un proprio figlio che stava servendo lo Stato, indossando un’uniforme, quella dell’Arma dei Carabinieri, che da sempre simboleggia onestà, legalità e fiducia. Noi oggi lo abbiamo ricordato e continueremo a farlo”, ha commentato il sindaco di Scicli, Mario Marino. “Per me è stato un grande onore poter rappresentare la Città in questa commemorazione così sentita e partecipata dalla nostra comunità”, ha concluso Marino.
Alla cerimonia, oltre ai parenti di Garofalo che dà il nome alla piazzetta di Donnalucata, hanno partecipato, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, il colonnello Carmine Rosciano, il neo questore di Ragusa Marco Giambra e gli altri vertici provincialoi delle forze dell’ordine, nonchè una rappresentanza di alunni che hanno espresso il loro contributo alla memoria dei caduti ed alla lotta alla criminalità organizzata.
Il sacrificio dei giovani militari è stato suggellato alla storia, come dicevamo, con il conferimento del massimo tributo al valore concesso ai militari periti nell’adempimento del dovere, medaglia d’oro al valor militare. Ricordiamo la motivazione: “Conduttore di autoradio di nucleo radiomobile in area ad elevata densità mafiosa, nel corso di predisposto servizio di controllo del territorio, intimava in movimento l’alt ad autovettura sospetta. Fatto segno a reiterata azione di fuoco da parte dei malviventi che non arrestavano la marcia, li affrontava con insigne coraggio e grande determinazione replicando con l’arma in dotazione finché, colpito in più parti del corpo, si accasciava esanime. Le successive indagini consentivano di arrestare gli autori, identificati in cinque pericolosi pregiudicati appartenenti ad agguerita organizzazione criminosa, e di recuperare le armi e l’autovettura di illecita provenienza utilizzate dai malfattori. Fulgido esempio di elette virtù militari e di altissimo senso del dovere spinto fino all’estremo sacrificio.»