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Comune sciolto per mafia. Gestione affidata ai commissari

Il Comune di Paternò, nel catanese, è stato dunque sciolto per mafia. La decisione del Consiglio dei Ministri era nell'aria da settimane ed affida la gestione dell'Ente ad una commissione straordinaria. "Rispettati legge e legalità" - afferma il Sindaco Nino Naso, secondo il quale "l'astio e l'odio politico non hanno aiutato la città"

di Bruno Capanna -

Sarà dunque una commissione straordinaria per 18 mesi, rinnovabili di altri 6, a gestire il Comune di Paternò, sciolto per infiltrazioni mafiose secondo quanto deciso dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno Piantedosi. Il provvedimento che non è un fulmine a ciel sereno visto che era nell’aria da settimane, è la conseguenza degli esiti del lavoro svolto dalla Commissione di accesso antimafia, nominata lo scorso 31 gennaio dall’allora prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi a seguito dell’operazione antimafia “Athena”, condotta dai carabinieri della Compagnia di Paternò nell’aprile del 2024. “Siamo certi che i nostri atti amministrativi sono stati sempre improntati al rispetto della rigorosa osservanza delle leggi e della legalità – ha commentato il sindaco Nino Naso – Il provvedimento del Consiglio dei Ministri non ci coglie di sorpresa, ma conferma che nonostante la correttezza dell’azione amministrativa si possono operare scelte politiche che danneggiano un’intera comunità. L’astio e l’odio politico non hanno aiutato la nostra città, anzi hanno aggiunto ricostruzioni e suggestioni prive di fondamento ma utili a creare un clima avverso alla città. Non ci lasceremo intimidire dai prossimi sciacalli di turno – ha concluso – anche perché loro hanno la maggiore responsabilità politica e morale di ciò che Paternò sta subendo”.