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Crack, l’altra pandemia: schizofrenia e deliri nei giovani

Il crack è tornato

di finmedia -

Disoccupazione, disagio sociale, prospettive ridotte. Ma anche fragilità interiori, isolamento e abbandono. In questa cornice si moltiplicano i casi di ansia, depressione, e sempre più spesso, psicosi. È l’altra faccia della crisi urbana, che oggi ha un nuovo, pericoloso catalizzatore: il crack.

Nelle ultime stagioni il centro di Salute mentale cittadino ha registrato un aumento netto di pazienti affetti da schizofrenia paranoide, patologia che gli specialisti associano direttamente all’abuso di questa sostanza.

Il crack, derivato dalla cocaina, ha un effetto devastante ma breve. Venti minuti al massimo. Troppo poco per chi lo consuma. E così si innesca un circolo vizioso, fatto di assunzioni compulsive, allucinazioni, crisi psicotiche e, nei casi più gravi, schizofrenia.

A confermare l’emergenza non ci sono solo i dati clinici. Anche i numeri dei Trattamenti Sanitari Obbligatori sono in crescita. Dietro questa deriva c’è un mercato in espansione, con prezzi al ribasso imposti dagli spacciatori per aumentare la dipendenza e la clientela. Le mafie locali hanno capito che lo spaccio è oggi il vero core business. E non fanno sconti a nessuno. Giovani, giovanissimi, in preda a deliri, arrivano sempre più spesso al pronto soccorso. Il primo tiro, oggi, può arrivare anche a 14 anni.

Il consumo di crack e cocaina si diffonde in ogni fascia sociale. E la risposta sanitaria è ormai al limite: pochi medici, pochi operatori, risorse insufficienti per affrontare un’ondata che rischia di travolgere tutto. Giovani schiacciati sotto la pressione di una droga che spezza menti e famiglie. La psichiatria lancia l’allarme. Adesso c’è da intervenire presto.