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Depuratore IAS, secondo i sindacati manca l’impegno politico

Secondo i sindacati manca la volontà politica regionale per ripristinare l'attività del depuratore Ias di Priolo. Il sindaco di Siracusa invece contrabatte al ministro delle Imprese e del Mady in Italy Adolfo Urso sulla mancata presenza dei Comuni della provincia.

di melania sorbera -

Durante l’ultimo incontro tra il governo nazionale e la Regione Siciliana sullo stato di attività dell’Ias di Priolo la palla è passata al Gip di Siracusa, l’unico secondo loro che potrebbe arrestare il processo di chiusura del depuratore. Non la pensano così, invece, i sindacati. La pensa così anche Ninetta Siragusa, segretario Uil Siracusa. La soluzione per fare funzionare l’Ias – dice – va pensata rispetto al contesto produttivo attuale e futuro del polo industriale e nutrivamo la speranza che l’incontro al Mimit aprisse a dei ragionamenti in questo senso. Invece l’approccio con cui si vuole affrontare la questione è solo di tipo tecnico-giuridico che a nostro avviso non è sufficiente perché serve anche e soprattutto un approccio politico sulla prospettiva che si vuole dare agli impianti di IAS, i quali devono, a nostro avviso, essere “strategici” anche in base alla prospettiva di investimenti futuri connessi alla transizione energetica dell’intero polo industriale nel suo complesso. Tra l’altro all’ultimo tavolo nazionale sul tema non hanno partecipato i sindaci della provincia. Secondo Francesco Italia, sindaco di Siracusa: “I sindaci dei Comuni che ospitano infrastrutture ad alto impatto ambientale e sociale non dovrebbero essere costretti a richiedere formalmente la partecipazione a un Tavolo tecnico ministeriale convocato per discutere del futuro delle loro comunità e dei loro territori. Essi sono i rappresentanti diretti di quei cittadini che li hanno scelti per tutelare i propri interessi, e qualsiasi “protocollo” che ne escluda la presenza senza un’esplicita rinuncia è semplicemente inaccettabile.”