Catania

Dia confisca beni per 100 milioni di euro a due imprenditori

La Dia di Catania confisca beni per 100 milioni di euro a due imprenditori, padre e figlio, a capo di uno dei gruppi più importanti della Sicilia Orientale, Entrambi sono risultati legati ad un esponente di un gruppo criminale che avrebbe consentito i successi lavorativi di entrambi

di Bruno Capanna -

Ammontano a 100 milioni di euro i beni confiscati dalla Direzione investigativa antimafia di Catania su provvedimento emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale etneo, ad Antonino e Carmelo Paratore, rispettivamente padre e figlio, a capo di uno dei gruppi imprenditoriali più importanti della Sicilia Orientale, presenti in svariati settori ma principalmente nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti.

Negli anni sono riusciti a creare una vera e propria galassia di imprese, diversificando le attività della famiglia, con società dedite ai servizi di pulizia degli ospedali, al settore immobiliare e alla gestione di un noto stabilimento balneare sul litorale catanese. L’indagine avviata nel 2020 dalla Dia, ha preso in esame la posizione economica di entrambi, arrestati nell’ambito dell’operazione “Piramidi”.

Con la confisca, il Tribunale ha riconosciuto il rapporto esistente da anni tra i Paratore ed un esponente di un gruppo criminale di Catania, vicinanza da cui, secondo i giudici, ha avuto origine l’escalation imprenditoriale, a partire dagli anni ’90 quando si registrarono massicce immissioni di capitali non giustificate se non da una provenienza illecita.  La confisca riguarda 14 società di capitali, 8 fabbricati e diversi rapporti finanziari. Il Tribunale ha anche stabilito nei confronti dei Paratore la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per 3 anni.