Palermo

Due ko alla mafia ma la guerra continua

Cosche e bande criminali si contendono traffici e controllo del territorio. Ecco come sta cambiando il volto della mafia a Palermo

di piero messina per sicilia on demand -

Due colpi da ko contro le cosche . Prima “Vento” il blitz nel quartiere Sperone di Palermo, ai margini del mandamento di Brancaccio. Subito dopo la cattura di Giuseppe Auteri, boss emergente con già due condanne per mafia sulle spalle. Auteri arriva dallo storico quartiere di Porta Nuova, enclave di primo piano nella storia della Mafia. Lì aveva regnato per decenni Pippo Calò, l’uomo dei misteri che legava mafia alla Banda della Magliana. La mafia ancora attiva, sfibrata nei suoi vertici magari, ma attiva. E violenta.

A Palermo, dunque, si combatte per il controllo del territorio.  In città il perimetro tra cosche mafiose e bande criminali è impalpabile. Gli investigatori hanno registrato negli ultimi mesi la volontà delle cosche e delle bande criminali di armarsi. A terra ci sono già i cadaveri di vittime. Come Lino Celesia, ucciso davanti alla discoteca Nocte3 . E come Giancarlo Romano criminale emergente di Brancaccio, freddato a colpi di pistola in mezzo alla strada a fine febbraio. Romano era una sorta di piccolo filosofo in noir della nuova mafia palermitana: siamo in ginocchio – diceva Romano -ma io sono pronto a fare una guerra come Saddam Hussein.”  

La mafia non è stata sconfitta. La cattura di Messina Denaro ha segnato la chiusura di un ciclo, ma nessuno deve pensare che rappresenti la fine della lotta alla mafia. Il Procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, l’aveva spiegato chiaramente dopo la cattura di Diabolik: Cosa Nostra non è sconfitta, è diventata un’altra cosa.

Sullo sfondo resta il profilo dell’ultimo dei grandi latitanti spariti nel nulla. Giovanni Motisi, nome in codice “U’pacchioni”, chiamato così per la sua imponente mole. La caccia a Motisi non è mai stata dichiarata definitivamente chiusa. Condannato all’ergastolo, 64 anni, latitante da 25.   Il nome di Motisi rimbalza nelle cronache delle ultime ore. Secondo le ricostruzioni degli investigatori sulla base delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, Giuseppe Auteri, il boss emergente fermato ieri dai carabinieri, era impegnato in una cosa molto importante, una cosa legata alla famiglia di Motisi. A dimostrazione che nelle spire di Cosa Nostra tutto si tiene