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Giornata internazionale delle persone con disabilità: quando la città esclude

Nella Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, Catania si presenta ancora come una città difficile da vivere per chi ogni giorno deve affrontare basolato inaccessibile, barriere architettoniche e servizi non inclusivi

di floriana garofalo -

Il centro storico di Catania è bello da vedere, ma quasi impossibile da vivere per chi ha una disabilità. Il basolato rende gli spostamenti un percorso a ostacoli; i posteggi per disabili sono scoloriti, insufficienti o occupati da chi non ne ha diritto. Le fermate della metro – come Corso delle Province o Viale Vittorio Veneto – non sono progettate secondo criteri inclusivi e continuano a escludere invece di accogliere.

Questi problemi non nascono oggi: già nel 1986 la normativa PEBA obbligava i Comuni a eliminare le barriere architettoniche negli edifici pubblici. Nel 1992 l’obbligo si è esteso agli spazi urbani. Ma Catania è rimasta indietro, immobile, mentre le persone con disabilità cercano ogni giorno di vivere la città con dignità.

Nel frattempo, il dibattito pubblico si concentra su tutt’altro: in questi giorni il sindaco di Catania parla della fine dei lavori in uno squarcio della facciata del Palazzo degli Elefanti. Un annuncio che non ha alcuna relazione con il benessere reale della città e che non risolve nemmeno una delle criticità che migliaia di cittadini affrontano quotidianamente.

Per la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, vogliamo invece dare voce a chi questi problemi li vive sulla propria pelle. Come Filippo Tagnese, attivista per i diritti delle persone con disabilità, che rivendica i propri diritti e denuncia una città che non lo accoglie, non lo rispetta e non gli permette di muoversi liberamente.

E intanto Catania si candida a Capitale Italiana della Cultura 2028. Ma una città che non garantisce accessibilità non può definirsi culturalmente avanzata. E soprattutto, non può dirsi giusta.