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I dubbi dell’ANAC sul Ponte sullo Stretto

“Rapporto squilibrato tra pubblico e privato”

di Emiliano Di Rosa -

Il presidente dell’Anac Giuseppe Busia ha avanzato dubbi sul Ponte sullo Stretto di Messina, per il quale sono state riattivate le attività di programmazione e progettazione con il decreto approvato in via definitiva al Senato lo scorso 24 maggio e da poco convertito in legge, che ha anche definito l’assetto della società Stretto di Messina Spa. Nei contratti legati alla costruzione dell’infrastruttura – un ponte sospeso a campata unica, lungo 3 chilometri e 300 metri, alto 65 metri con 6 corsie stradali e 2 binari ferroviari, per una capacità dell’infrastruttura pari a 6.000 veicoli all’ora e 200 treni al giorno – il numero uno dell’Agenzia Nazionale Anticoruzione  rileva “uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico, sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei rischi”. Busia, illustrando la relazione dell’Autorità nazionale anticorruzione alla Camera, parlando di questa infrastruttura ha infine fatto notare come “l’operazione Ponte sia stata rimessa in piedi sulla base di un progetto elaborato oltre dieci anni fa”.