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I papiri carbonizzati di Ercolano rivelano la sepoltura di Platone

Rimane ancora molto lavoro da fare, soprattutto perché negli anni passati è stato condotto un lavoro non sempre rigoroso

di Redazione -

“Grazie a questo progetto, stiamo facendo scoperte di grande rilievo per comprendere la vita di Platone e dei suoi successori. Condividere il contenuto di questi papiri con la comunità scientifica e il pubblico significa arricchire le nostre conoscenze sulla storia della filosofia e della letteratura greca, nonché sul mondo antico in generale”. Così ha dichiarato Graziano Ranocchia, professore di Papirologia presso l’Università degli Studi di Pisa e coordinatore del progetto “Greek Schools”.

L’utilizzo di nuove tecniche

Attraverso l’utilizzo di nuove tecniche di indagine, come l’imaging iperspettrale a infrarossi e il terahertz imaging ad alta risoluzione, il progetto sta permettendo di esaminare il contenuto dei papiri ercolanesi carbonizzati durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e attualmente conservati presso la Biblioteca Nazionale di Napoli. Durante la presentazione degli ultimi sviluppi della ricerca presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli, è emerso che è stato possibile “leggere” oltre mille nuove parole, corrispondenti al 30% del testo, contenute nel papiro che riporta la “Storia dell’Accademia” di Filodemo di Gadara. Questo ha permesso di individuare il luogo esatto di sepoltura di Platone, nel giardino riservato dell’Accademia di Atene, un’area privata destinata alla scuola platonica nei pressi del cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse. Inoltre, sono state ottenute nuove informazioni sul periodo in cui il filosofo fu ridotto in schiavitù.

Papiri ercolanesi dal 1991

Questo rappresenta il primo significativo progresso nello studio dei papiri ercolanesi dal 1991, anno dell’ultima edizione dell’opera di Filodemo di Gadara. Filodemo, filosofo epicureo, trasportò questi rotoli da Atene a Ercolano, nella cosiddetta Villa dei Papiri. Alcuni di essi risalgono al III secolo a.C., rendendo questa biblioteca unica nel suo genere e preziosa per lo studio del mondo antico. Il progetto “Greek Schools”, come evidenziato da Ranocchia, rappresenta un notevole avanzamento sia in termini quantitativi che metodologici. Tuttavia, rimane ancora molto lavoro da fare, soprattutto perché negli anni passati è stato condotto un lavoro non sempre rigoroso. Ranocchia sottolinea l’importanza di attrarre risorse e formare giovani papirologi, insegnando loro un approccio scientifico rigoroso.