Cultura
Il professore Valery Mikhaylenko al “Rossitto”
Dibattito pubblico sulla Russia di Putin
Molto interessante il dibattito organizzato ieri sera a Ragusa dal Centro Studi Feliciano Rossitto, dalla Scuola di Formazione Politica Virgilio Failla e dal Movimento federalista Europeo. Protagonista il professore russo Valery Mikhaylenko che per tanti anni ha insegnato storia all’Università di Ekaterinburg. Una figura di alto profilo e nota in Europa, una voce critica del regime di Putin e che almeno finora ha comunque avuto modi e mezzi per diffondere e spiegare le sue tesi tanto in patria quanto all’estero. Nei giorni in cui la guerra in Ucraina pare purtroppo addirittura allargarsi la descrizione di Mikhaylenko di un quarto di secolo di regime autocratico putiniano è partita dalla constatazione di come tutto il gruppo dirigente del Cremlino provenga dal KGB, i servizi segreti dell’Unione Sovietica di cui Putin fu tenente colonnello prima di succedere ad Eltsin e acquisire il potere politico. Insomma una visione dura, spietata all’occorrenza, staliniana della gestione del potere interno e della geopolitica all’estero. E ancora un altro dato importante: in Russia non esiste nemmeno oggi un corpo sociale intermedio sul modello delle democrazie occidentali. “In Russia i corpi intermedi non esistono” ha detto il professore, c’è il “mito” del popolo che trae spunto dall’800 zarista e che venne strumentalizzato dall’Unione Sovietica e di cui ancora adesso Putin si nutre. E se qualcosa di simile ad un corpo intermedio lo si può trovare a Ovest della Russia, nella società moscovita o di S. Pietroburgo, il diritto alla critica è comunque limitato e soprattutto con una guerra così cruenta in corso chi non acconsente comincia ad avere paura.