Catania

Inchiesta “Pandora”, Rando: “Mai chiesto voti alla mafia”

Inchiesta Pandora. Il sindaco di Tremestieri Rando oggi nel corso dell’interrogatorio di garanzia ha fatto dichiarazioni spontanee precisando di essersi dimesso e di non avere mai chiesto voti alla mafia. Domani l’interrogatorio del deputato regionale Luca Sammartino, indagato per corruzione

di Bruno Capanna -

Dichiarazioni spontanee hanno caratterizzato l’interrogatorio di garanzia del Sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando, arrestato ieri dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta Pandora della Procura di Catania su presunte infiltrazioni mafiose in seno all’Ente. Rando, davanti al Gip Carla Aurora Valenti ed in presenza del suo legale, l’avvocato Tommaso Tamburino, ha detto di essersi dimesso dall’incarico per potersi difendere con maggiore serenità, rigettando l’accusa di voto di scambio e dicendosi “certo di poterlo dimostrare”. Il prefetto di Catania lo aveva sospeso ieri dall’incarico, insieme al consigliere comunale Mario Ronsisvalle che è agli arresti domiciliari.

Adesso si attende la decisione del Gip, dopo la quale, l’avvocato Tamburino deciderà se ricorrere al Tribunale del riesame. Lo stesso Gip interrogherà domani il deputato regionale Luca Sammartino indagato per corruzione. L’esponente politico, difeso dall’avvocato Carmelo Peluso, è stato sospeso dal giudice da incarichi pubblici per un anno e dopo la notifica del provvedimento, da parte dei Carabinieri, si è dimesso da vicepresidente della Regione e da assessore regionale all’Agricoltura. Sammartino è indagato per due casi di corruzione.

Il primo riguarda l’avere favorito il proprietario di una farmacia a Tremestieri Etneo impegnandosi nell’impedire l’apertura a un suo concorrente. In cambio avrebbe ottenuto l’appoggio elettorale per la candidata alle europee che lui sosteneva nel 2019. Il secondo caso riguarda due carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della Procura di Catania, uno in servizio e l’altro in aspettativa, che avrebbero fornito notizie su eventuali indagini nei suoi confronti e “bonificato” da possibili microspie la sede della sua segreteria. Per uno di loro, la Procura aveva chiesto la misura cautelare della sospensione dall’incarico, ma il gip si è riservato di decidere dopo l’interrogatorio di garanzia del militare dell’Arma previsto per domani.