Attualità
L’Abbazia di San Martino delle Scale apre le porte al pubblico
In una vallata che domina il golfo di Palermo, a pochi chilometri dalla città, si trova l’Abbazia Benedettina di San Martino delle Scale, sontuoso complesso monumentale che apre le porte al pubblico
Apre le porte al pubblico, in una visita speciale, l’Abbazia di San Martino delle Scale, a pochi chilometri da Palermo. Il grandioso complesso architettonico risale al periodo tra il 16° ed il 18° secolo e si compone della monumentale Basilica, consacrata nel 1602, e del monastero propriamente detto, che ha una struttura che ricorda un quadrilatero tagliato ortogonalmente da una croce.
Fondata da Gregorio Magno e in seguito distrutta dai Saraceni, l’Abbazia fu certamente rifondata a metà del 1300 da un gruppo di sei monaci che diedero vita ad un monastero nel feudo detto di San Martino, di pertinenza dell’Arcivescovo di Monreale. Tra essi, spicca il nome del fondatore, il beato Angelo Sinisio, che nel 1352 ne divenne primo abate.
Per tre secoli l’Abbazia ebbe il suo periodo di massimo fulgore, con importanti personalità nel campo degli studi umanistici, teologici, filosofici, del collezionismo e dell’arte. Oggi la comunità martiniana consta di 12 monaci e i suoi membri sono impegnati nell’attualizzare l’Ora et labora benedettino.
Ma l’Abbazia è anche scrigno prezioso di magnifiche opere d’arte.
Al suo interno è possibile ammirare numerose creazioni tra le quali le tele di Pietro Novelli, Filippo Paladini, Zoppo di Gangi, Paolo de Matteis, Stomer ed altri fiamminghi, raffinati marmi, l’immenso coro ligneo ad intarsi lungo 20 metri, opera cinquecentesca napoletana degli scultori Benvenuto Tortelli, Nunzio Ferrara, Nunzio di Paola e Pietro Marino. L’organo cinquecentesco invece è tra i più armoniosi e potenti di tutta l’Europa. Altre sublimi opere sono il portale marmoreo trecentesco, ornato da formelle raffiguranti il Mistero Pasquale e la sacrestia con i suoi marmi policromi e legni scolpiti.
Tutte le statue, i medaglioni ed i busti scultorei, eseguiti in pietra nera e marmo candido, sono opera di Frà Guglielmo Benedetto Papillonia. La monumentale fontana dell’Oreto, così come il gruppo scultoreo del vescovo di Tours, sono di Ignazio Marabitti. Infine, oggi la comunità dei monaci, trae il suo principale sostentamento economico dalla produzione di due birre artigianali , la bionda e la scura di Hora Benedicta Abbey Ale