Attualità
Le proteste degli agricoltori. Il sit-in e il raduno
Anche nella provincia di Trapani è viva la protesta dei trattori. Ieri ed oggi sit in e raduno degli agricoltori ed il corteo per le vie di Marsala.
Anche stamattina a Marsala è proseguita la protesta dei trattori. Oggi si sono radunati in tre aree: Zona Stadio, zona Salato, zona Salinella.
Le Organizzazioni Professionali e Sindacali CONFSAL, COPAGRI, FEDER.AGRI, FNA, CONFAGRICOLTURA e LIBERI AGRICOLTORI insieme per rivendicare l’adeguamento ed il potenziamento delle infrastrutture rurali, gli invasi, le reti idriche di distribuzione e le strade.
Chiedono alla Regione una indagine sulle Dighe e sul loro stato edilizio-statico perché sprecare l’acqua è un grave peccato in un periodo in cui il rischio siccità è sempre più incombente. Il sit-in di oggi è la prosecuzione della mobilitazione di ieri alla quale hanno partecipato circa mille agricoltori, provenienti da tutta la provincia di Trapani e più di duecento mezzi.
La voce degli agricoltori della provincia di Trapani è stata ascoltata ed ha raggiunto tra gli altri il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che incontrerà martedì mattina a Roma Cipriano Sciacca nella qualità di Segretario regionale e Componente della Segreteria Nazionale di FEDER.AGRI e Confsal. La misura più urgente che sarà posta sul tavolo del Ministro è quella relativa al ristoro per i danni subiti dalle produzioni nelle due ultime campagne agrarie. Basterebbe una deroga del governo nazionale affinché le avverse condizioni meteorologiche ha hanno causato ingenti danni (abbondanti piogge di aprile e maggio che hanno causato l’insorgere della fitopatia della peronospora ed i picchi di temperatura andati oltre i 50° ad agosto che hanno bruciato gli acini) vengano riconosciute e ristorate. E poi l’utilizzo del credito d’imposta.
Le aziende agricole chiedono la possibilità a reinvestire gli “utili” nell’azienda con il duplice scopo di migliorare il ciclo produttivo e rimanere competitive sui mercati dopo i danni causati dalla pandemia prima e dagli scenari di guerra dopo che hanno fatto raddoppiare se non triplicare i costi di produzione.