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L’ennesima e paradossale crisi idrica trapanese

Piove da giorni, ma in provincia di Trapani si torna a parlare di emergenza idrica. Tra dighe che non trattengono acqua ed errori nei calcoli, i sindaci protestano e la Regione prova a correre ai ripari

di francesco appari -

Acqua razionata, dighe semivuote, agricoltori in allarme. Sembra lo scenario dell’estate 2024, segnata dall’emergenza siccità in Sicilia. E invece siamo a novembre. In provincia di Trapani piove da settimane, ma si registra ancora una volta il paradosso dell’ennesima crisi idrica.

Tutto parte dal pasticcio della diga Garcia, che si trova nell’Agrigentino ma rifornisce la maggior parte dei comuni trapanesi. L’invaso è ridotto a una pozzanghera. La Regione ha ammesso in ritardo un clamoroso errore nei calcoli: si pensava che l’acqua bastasse fino a febbraio, ma potrebbe finire già a Natale. E così Trapani è stata chiamata a condividere le sue risorse con gli altri comuni. L’acqua destinata all’uso potabile era stata dirottata all’agricoltura. Una scelta che ha fatto esplodere la crisi.

Ieri, durante un incontro con i sindaci dell’Ati idrica, il vicepresidente della Regione, Luca Sammartino, ha cercato di rassicurare tutti: «Stiamo completando le misure d’emergenza – ha detto – ma lavoriamo anche a soluzioni strutturali. Come il collegamento tra la diga Arancio e la Garcia, che sarà pronto entro 30 giorni».

Dalla Regione fanno sapere che il dissalatore di Trapani è entrato a pieno regime. Ma i sindaci non si accontentano: chiedono di sospendere i prelievi per uso irriguo dalla diga Garcia, stanziare 30 milioni per collocare i contatori nei Comuni e attivare immediatamente le procedure per altri due dissalatori.

E non c’è solo la diga Garcia. Alla diga Trinità si ripete la solita storia: l’invaso è pieno, ma l’acqua viene sversata a mare. Non si può trattenere perché mancano i lavori di manutenzione che la Regione non ha mai eseguito. Interventi che si potevano fare in primavera, o in estate. Ma non sono mai partiti.

Un paradosso tutto siciliano: l’acqua c’è, ma non si riesce a conservarla. Le dighe sversano, i rubinetti restano a secco.