Palermo
Messina Denaro: De Lucia, ‘Alla ricerca delle talpe, il boss aiutato da una rete di protezione’
La lotta per individuare i sostenitori del boss continua
Durante i trent’anni di latitanza, il boss mafioso Matteo Messina Denaro “ha avuto un network di protezione”.
Parti dello Stato che l’hanno aiutato
Secondo il Procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia, i sostenitori di allora non sono gli stessi di adesso. Dopo la sua cattura, le autorità cercano chi ha contribuito alla sua fuga così lunga. De Lucia sottolinea che ci sono parti dello Stato che l’hanno aiutato, come accadde per Bernardo Provenzano. Questa rete di sostegno comprende professionisti e individui già identificati, ma le leggi gli impediscono di rivelarne i nomi. Gli inquirenti sono determinati a rintracciare coloro che hanno facilitato la latitanza di Messina Denaro, compresi coloro che ora puntano a ereditare il suo ruolo. Non solo famiglia di sangue, ma anche famiglia “di mafia” e professionisti insospettabili lo hanno supportato. Uno dei recenti condannati è Laura Bonafede, inizialmente accusata di favoreggiamento e successivamente di associazione mafiosa. La donna era coinvolta con il boss e altri fiancheggiatori. La ricerca di coloro che hanno aiutato il boss continua, e recentemente un altro presunto complice, il medico Alfonso Tumbarello, è stato processato per aver prescritto ricette a Messina Denaro. La lotta per individuare i sostenitori del boss continua.