Attualità
‘Nel segno della speranza’, il libro di Mons. Lorefice
Un libro che intende unire memoria e missione raccontando dieci anni di arcivescovato in una delle sedi episcopali più complesse d’Italia.
In circa 200 pagine Lorefice racconta il suo impegno missionario, tra ostacoli e scelte coraggiose, stando sempre accanto agli ultimi e a chi vive nelle periferie della società. Un vero e proprio excursus tra le realtà più fragili della città tra cui quella dei migranti, dei detenuti, delle famiglie dei quartieri più vulnerabili e dei giovani travolti dal crack, la micidiale droga che oggi sta devastando un’intera generazione di ragazze e ragazzi. Ispirato ai valori della Costituzione italiana e del Concilio Vaticano II, il libro delinea una Chiesa povera e in cammino, aperta al dialogo interreligioso, che non teme di denunciare la mafia come “struttura di peccato”, schierandosi apertamente contro ogni tipo ingiustizia.
Lorefice racconta il suo impegno accanto agli ultimi: migranti, detenuti, famiglie dei quartieri vulnerabili e giovani segnati dalla nuova emergenza del crack. Una testimonianza fatta di ostacoli, scelte coraggiose e presenza costante nelle periferie sociali della città.
L’idea di mettere nero su bianco questi dieci anni di storia di Palermo è anche di Nuccio Vara, per tanti anni volto e firma della tv di Stato. “In occasione dei suoi dieci anni a Palermo, con l’Arcivescovo abbiamo avuto l’idea di raccontare la sua vita, in Sicilia e anche fuori dalla Sicilia. E’ una testimonianza importante che racconta l’impegno della Chiesa per gli ultimi”, ha detto Vara.
Ma perché un libro che racconta questi anni di Palermo? La parola all’editore Lillo Garlisi. “I libri servono a costruire ponti di dialogo – sostiene l’editore – e questa testimonianza dell’Arcivescovo è importante proprio per quella che è la missione più vera di un libro. Noi siamo una casa editrice laica, ma non potevamo perdere l’occasione di raccontare questa storia di condivisione e solidarietà”.
Ispirato ai valori della Costituzione e del Concilio Vaticano II, il libro delinea il volto di una Chiesa povera e in cammino, aperta al dialogo e senza paura di denunciare la mafia come “struttura di peccato”, schierandosi contro ogni forma di ingiustizia.