Caltanissetta
Niscemi piange Antonio e Aurora
Ancora una tragedia sulla SP 11, la strada maledetta che continua a mietere vittime. Dopo 18 giorni di agonia, il cuore di Antonio Amato ha smesso di battere, gettando nel dolore la sua famiglia e un'intera città già segnata dalla scomparsa della piccola Aurora Pitino, morta pochi giorni prima su quello stesso tratto d’asfalto. L’intera comunità niscemese si stringe nel lutto, tra commozione e rabbia per una strada che sembra non dare scampo.
Un’altra giovane vita spezzata su quella che ormai viene chiamata la “strada killer”. Antonio Amato, vent’anni appena, non ce l’ha fatta. Dopo 18 giorni trascorsi tra la vita e la morte all’ospedale Garibaldi Centro di Catania, il giovane operaio di Niscemi si è arreso alle gravi ferite riportate in un incidente avvenuto proprio sulla SP 11. La sua Fiat Panda è uscita di strada, schiantandosi violentemente contro un muro. Un destino beffardo: la stessa strada, lo stesso tipo di auto, lo stesso epilogo tragico che, la scorsa settimana, ha colpito la piccola Aurora Pitino.
Aurora aveva solo nove anni. Stava andando a scuola con la madre e i fratellini quando l’utilitaria su cui viaggiava ha sbandato, finendo contro un muro di cinta. L’impatto è stato devastante: la bambina è stata sbalzata fuori dall’abitacolo e ha riportato ferite troppo gravi. La sua morte ha scosso profondamente la comunità, che si è stretta intorno alla famiglia in un funerale straziante. Una piccola bara bianca, un cuscino di rose, un silenzio assordante. Tutta Niscemi si è fermata per darle l’ultimo saluto.
E per la comunità niscemese il dolore si rinnova con la morte di Antonio. L’intera città aveva sperato in un miracolo, ma ieri mattina il suo cuore ha smesso di battere. Ad attenderlo a casa, due sorelline di 10 e 15 anni che non potranno più rivederlo.
Due tragedie che sollevano una domanda dolorosa: Perché si continua a morire sulla SP 11? Mentre il dolore si mescola alla rabbia, la comunità chiede risposte e interventi concreti per evitare altre vite spezzate.
Tra tante lacrime intanto, da Niscemi a Gela arriva anche una piccola speranza: il piccolo Loris, il bambino di 9 anni investito in bici nel quartiere Settefarine, sta migliorando. È stato risvegliato dal coma farmacologico e ha riconosciuto la mamma. Un segnale di luce in mezzo a tanta oscurità, per una città che oggi piange, mentre un’altra non smette di sperare.