Agrigento

Omicidio Di Falco, tre fermi, tutti trasferiti in carcere

I tre indagati sono il fratello della vittima e gli accompagnatori di Di Falco nella spedizione punitiva contro Calogero “Lillo” Zambuto

di Emiliano Di Rosa -

Un interrogatorio lunghissimo in Questura ad Agrigento, durato tutta la note per 12 ore, e alla fine il procuratore Giovanni Di Leo ha firmato tre dispositivi di fermo per la rissa sfociata nell’omicidio di Roberto Di Falco, 38 anni, di Palma di Montechiaro. I tre indagati sono il fratello della vittima e gli accompagnatori di De Falco nella spedizione punitiva contro Calogero “Lillo” Zambuto e i suoi due figli. Angelo Di Falco, fratello della vittima; Calogero Zarbo, 41 anni; Domenico Avanzato, 40 anni sono tutti di Palma di Montechiaro ed erano in compagnia di Roberto Di Falco nel piazzale della concessionaria a Villaggio Mosè. I tre indagati, difesi dall’avvocato Santo Lucia, sono ora nel carcere “Pasquale Di Lorenzo” in attesa dell’udienza di convalida che si svolgerà lunedì. La rissa, sfociata poi in una sparatoria che ha provocato la morte del trentottenne, sarebbe riconducibile ad un’auto venduta e pagata con assegni senza copertura. Tutto è avvenuto nell’autosalone “AutoXpassione” di Villaggio Mosè, dove nel pomeriggio di ieri ad affrontare il titolare dell’autosalone, Lillo Zambuto, si erano presentati in quattro: la vittima, il fratello Calogero, titolare di una rivendita di auto a Palma, ed altri due loro amici. Roberto Di Falco è stato colpito all’addome da un proiettile. “Omicidio mediante errore” è, formalmente, la contestazione mossa alle tre persone destinatarie del provvedimento di fermo della Procura di Agrigento. L’attività investigativa è ancora in corso. Le indiscrezioni parlano prima di un’aggressione – quattro contro uno – poi di una colluttazione e infine della pistola tirata fuori e da cui sarebbe partito il colpo mortale.