Palermo

Omicidio Romano maturato per il controllo sulle scommesse clandestine

Le indagini della squadra mobile rivelano che gli indagati cercavano di affermare i loro circuiti di gioco d'azzardo online sul territorio

di Redazione -

Il delitto avvenuto lo scorso 26 febbraio presso lo Sperone a Palermo sembra essere stato causato da un debito di 2.500 euro legato alle scommesse clandestine raccolte in un magazzino situato in via XXVII Maggio. L’inchiesta della Squadra Mobile, che ha portato a nove arresti, evidenzia il coinvolgimento di Giuseppe Arduino e Vincenzo Vella nella gestione del gioco d’azzardo e delle scommesse insieme a Giancarlo Romano, il quale è stato ucciso in una sparatoria avvenuta lo scorso lunedì.

Le indagini della squadra mobile rivelano che gli indagati cercavano di affermare i loro circuiti di gioco d’azzardo online sul territorio. In particolare, Vella, Arduino e Romano sembrano aver convocato coloro che raccoglievano le scommesse, invitandoli a non utilizzare i pannelli di Camillo Mira. Inoltre, Camillo Mira avrebbe dovuto rimuovere i suoi pannelli e sostituirli con quelli forniti dall’organizzazione di Arduino, Vella e Caruso. Lo scontro avvenuto lunedì scorso è iniziato con un’aggressione nel magazzino di via XXVII Maggio da parte di Alessio Salvo Caruso. Successivamente, si è verificata una reazione da parte di Camillo Mira e del figlio Antonio, culminando infine in uno scontro a fuoco nel quale Giancarlo Romano è stato ucciso e Alessio Salvo Caruso è rimasto gravemente ferito, come dichiarato dallo stesso Camillo Mira al giudice.