Cronaca

Parla l’autista di Falcone: “Con la morte di Messina Denaro la mafia non finisce”

"Non credo meriti tutta questa attenzione. E' morto. Punto"

di Sergio Randazzo -

“Con sé ha portato tutti i segreti che avrebbe potuto rivelare. Cosa nostra non si esaurisce con la sua morte. Lo dicono anche i processi ancora in corso.

Le parole di Giuseppe Costanza

Occorre continuare a indagare per arrivare alla verità sulle stragi e i mandanti”. Lo ha detto all’Adnkronos Giuseppe Costanza, l’autista di Giovanni Falcone, sopravvissuto alla strage del 23 maggio 1992, a proposito della morte, nella notte, all’ospedale dell’Aquila dove era ricoverato da agosto, del padrino di Castelvetrano Matteo Messina Denaro. “Sarebbe il caso di non parlare più di lui – aggiunge -. Non credo meriti tutta questa attenzione. E’ morto. Punto. Non c’è più. Con la malattia era arrivato alla fine della sua esistenza. Io penso sia stato catturato perché malato. Adesso occorre andare sino in fondo, scoprire chi ha consentito che la sua latitanza durasse 30 anni. Senza protezioni non sarebbe stato possibile”. Sui social, dopo la morte del padrino di Castelvetrano, sono comparsi messaggi choc con le condoglianze alla famiglia. “Rimango incredulo. Mi sembra impossibile che si possa esprimere solidarietà e vicinanza a un uomo che si è reso responsabile della morte di così tante persone – dice Costanza -. Questo significa che c’è ancora tanto da fare. Bisogna lavorare, lavorare, lavorare per un cambiamento culturale. La strada è lunga. Quei messaggi sono il segno che nonostante gli anni trascorsi ancora tra la gente non è maturata una nuova coscienza”. Si è sentito sollevato nell’apprendere stamani della sua morte? “No, la morte non si augura a nessuno. E io non sono come loro, feroci stragisti”, conclude.