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Poliziotto aggredito, il SAPPE lancia l’allarme carenza organica

Ennesima aggressione nel carcere di Noto, dove un assistente capo coordinatore della Polizia Penitenziaria è stato ferito da un detenuto e trasportato d'urgenza in ospedale. L'episodio riaccende i riflettori sulla drammatica situazione dell'istituto

di Pinella Rendo -

Torna al centro delle cronache il carcere di Noto con un poliziotto aggredito. L’incidente si è consumato intorno alle 12:40, quando un detenuto ha preteso di uscire dalla sua cella per asciugarsi i capelli. Di fronte al netto rifiuto dell’agente, in pieno rispetto del regolamento, la situazione è degenerata. Come ha spiegato Calogero Navarra, segretario regionale del SAPPE, il detenuto ha poi approfittato di un’apertura per la raccolta dei rifiuti per uscire dalla cella e aggredire il poliziotto. Questo tipo di aggressioni, secondo il sindacato, sono spesso messe in atto dai detenuti con il preciso scopo di ottenere un trasferimento.

Il segretario Navarra non ha usato mezzi termini per descrivere la situazione del carcere di Noto. Il sindacalista ha puntato il dito contro le assegnazioni del PRAP e del DAP, sostenendo che l’istituto non è idoneo a ospitare detenuti problematici, sia per la “grave carenza organica che per le problematiche strutturali.” I numeri forniti dal sindacato sono allarmanti: solo nel 2025, il carcere ha perso 11 agenti per pensionamento o riforma, ma ne ha ricevuti solo 5.

Questo squilibrio costringe gli agenti a turni massacranti di 12 ore e a piani di sorveglianza “accorpati” che compromettono seriamente la sicurezza. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha riconosciuto un maggiore ascolto da parte dell’attuale governo e dell’Amministrazione Penitenziaria, ma ha sottolineato che “non bastano le buone intenzioni: occorrono atti concreti, urgenti e coraggiosi.” Il sindacalista ha avanzato diverse proposte per una riforma radicale del sistema carcerario. La più significativa è la classificazione delle carceri in tre livelli: Massima sicurezza: Per detenuti ad alto rischio, con un maggiore impiego di Polizia Penitenziaria. Media sicurezza e Custodia attenuata: dove la sorveglianza potrebbe essere meno rigida, con un ruolo più preponderante di educatori e assistenti sociali.

Capece ha anche ribadito che la Polizia Penitenziaria deve concentrarsi sulla sicurezza e sull’osservazione, lasciando i compiti di tipo socio-pedagogico a professionisti dedicati come medici e psicologi. Il sindacato chiede inoltre che il Nucleo Investigativo Centrale venga potenziato e trasformato in un Servizio Centrale di polizia giudiziaria per rafforzare le capacità investigative del Corpo. In conclusione, l’aggressione di Noto non è solo un singolo episodio di violenza, ma l’ennesima spia di un sistema carcerario in difficoltà che richiede riforme strutturali e immediate, a tutela sia del personale che della sicurezza interna degli istituti.