Catania

Pugni graffi e mani alla gola della moglie, arrestato ad Adrano

E' stata la figlia a raccontare al telefono che si trovava a casa con la sorella piu' piccola e che il padre stava picchiando la madre

di Sergio Randazzo -

Graffi e lividi da calci e pugni e il terrore di essere strangolata, quando si e’ vista mettere le mani al collo: e’ stato quest’ultimo il punto in cui una donna di Adrano, nel territorio etneo, ha detto basta alle violenze che per quattro mesi le sono state inflitte dal marito, e ha chiesto aiuto attraverso la figlia minorenne ai carabinieri della stazione di Biancavilla. I militari sono intervenuti la scorsa notte presso l’abitazione della coppia di Adrano e hanno arrestato un 44enne, gia’ gravato da precedenti di polizia, per il reato maltrattamenti in famiglia, aggravato dal fatto di averlo commesso in presenza dei figli minorenni, ed estorsione. E’ stata la figlia a raccontare al telefono che si trovava a casa con la sorella piu’ piccola e che il padre stava picchiando la madre. Raggiunta velocemente l’abitazione, i militari hanno trovato in cucina la signora, di 52 anni, in evidente stato di agitazione con graffi e lividi al braccio sinistro, i due figli minori della coppia e anche l’uomo. La donna ha raccontato ai militari che da circa un anno la loro relazione era in crisi e che da quattro mesi il compagno la picchiava e insultava, estorcendole anche del denaro in quanto disoccupato. Lei, dopo essersi data da fare per trovare un lavoro e mantenere la famiglia, aveva trovato il coraggio per querelarlo ma, dopo un primo allontanamento di lui dalla casa familiare, lo aveva riaccolto e perdonato, credendo che l’uomo potesse cambiare atteggiamento. Il 44enne, invece, avrebbe continuato a tenere il solito atteggiamento violento, arrivando a insultarla e percuoterla in diverse occasioni con schiaffi e pugni alla schiena, tirandole anche i capelli, soprattutto quando rientrava a casa la sera sotto l’effetto di alcol o droga. La notte scorsa e’ stata un incubo: l’uomo avrebbe aggredito fisicamente la compagna mettendole anche le mani al collo come per strangolarla. Poi si sarebbe dato alla fuga, temendo l’arrivo delle forze dell’ordine, per poi tornare e citofonare insistentemente al fine di rientrare in casa. La donna, esausta e temendo il peggio, ha quindi approfittato del momentaneo allontanamento per chiamare i carabinieri, i quali, giunti sul posto, hanno evitato che la situazione potesse degenerare. L’uomo ora e’ nel carcere di Catania Piazza Lanza.