Attualità
Quando il delirio di onnipotenza diventa piombo
Abbiamo incontrato un armaiolo per capire come è possibile ottenere un'arma nonostante le restrizioni imposte dalla legge
Le cronache degli ultimi giorni raccontano una realtà che inquieta: ragazzi che impugnano armi con disarmante facilità, le usano per intimidire, ferire o uccidere, spesso senza un vero movente, se non quello di sentirsi forti, potenti, temuti. Un’allucinazione di onnipotenza che si consuma troppo presto, in vite ancora acerbe e prive di freni. La voce di un armaiolo: “Un’arma è un oggetto neutro. Il problema è chi la usa”
C’è qualcosa di profondo e disturbante dietro questi episodi: una crisi di valori, un vuoto educativo, una cultura che spesso premia l’arroganza e la sopraffazione. Sparare per “gioco”, per “dimostrare qualcosa”, per mettersi in mostra sui social. Le pistole diventano oggetti di culto, status symbol in mano a ragazzi che non ne comprendono il peso, la responsabilità, il pericolo, nonostante le restrizioni di legge
Puglisi sottolinea anche la necessità di un cambiamento culturale: “La repressione serve, ma da sola non basta. Bisogna investire in educazione alla legalità, al rispetto, al valore della vita. Bisogna spiegare che la forza non è nel grilletto, ma nella testa, nel cuore, nel sapere cosa è giusto e cosa no”. Ecco perché è importante conoscere la differenza tra un’arma ad uso sportivo e un’arma per difesa persona.
Insomma, i fatti degli ultimi giorni non possiamo liquidarli come “casi isolati”. Sono campanelli d’allarme fortissimi che ci dicono che qualcosa, nel nostro sistema educativo, sociale e familiare, si sta rompendo. Ecco perché è importante conoscere, per un armaiolo, i soggetti che richiedono il possesso di un’arma