Ragusa
Ragazzino bullizzato a scuola, parla la sua mamma
E' successo a Modica; per tutelare la privacy del minore useremo un nome di fantasia ed evitiamo di indicare l'istituto scolastico che il ragazzino frequenta
Marco (e usiamo un nome di fantasia) è un ragazzino che frequenta la seconda media in un istituto scolastico modicano; è stato dimesso ieri pomeriggio dal reparto di pediatria dell’ospedale Maggiore-Baglieri di Modica dopo una notte e una giornata di osservazione. E’ tornato a casa con una prognosi di sette giorni per trauma cranico e un ‘codice rosa’, il codice che si attiva per le vittime di violenza, dopo che, all’uscita di scuola, lunedì, è stato colpito alla testa da un compagno di classe che da tempo lo ha preso di mira e lo bullizza.
Già dallo scorso anno Marco veniva preso in giro, insultato, spintonato e già lo scorso anno c’erano stati, dentro le mura scolastiche, brutti episodi di violenza. I genitori hanno tentato capire cosa accadesse a scuola, di approfondire le dinamiche interne alla classe con gli insegnati; ma gli atti di bullismo sono continuati fino a quello che è successo lunedì: in fila per uscire al suono della campanella, Marco è stato raggiunto dal compagno, infastidito e alla colorita richiesta di smettere, è seguito il colpo alla testa, sbattuta contro un muro. Il ghiaccio fornito dagli insegnanti non è naturalmente bastato come medicamento ai genitori che hanno deciso di portare il figlio al Pronto soccorso raccontando quanto successo, da qui l’attivazione del codice rosa; i genitori stanno valutando di sporgere denuncia ai carabinieri. E’ probabile lo faranno già nelle prossime ore per chiarire se ci siano delle responsabilità e di chi siano e perchè episodi del genere non vengano sottovalutati o minimizzati come scaramucce fra compagni.
La mamma di Marco, che preferisce rimanere anonima al momento, ci ha contattato e ha acconsentito a rilasciarci un’intervista non solo per raccontare quanto successo a suo figlio, ma per fare anche un appello in un momento storico e sociale in cui le fragilità dei nostri ragazzi devono essere ascoltate
In molti di voi all’ascolto staranno pensando perchè a Marco non è stata cambiata classe o scuola; ma anche in questo caso, il messaggio di sua mamma induce ad una profonda riflessione ed è monito di coraggio e giustizia